Inaugurata a Roma la mostra sugli 80 anni dell’Acquedotto del Peschiera

Dall’inaugurazione del primo tronco di Mussolini nel 1938 a quella a piazzale degli Eroi di Luigi Einaudi nel 1949

Inaugurata a Roma la mostra sugli 80 anni dell’Acquedotto del Peschiera

Dai rubinetti delle case di Roma e di molti altri comuni del Lazio sgorga pura acqua di fonte. Anche se ai più sembra scontato è, invece, un’opportunità rara e il risultato finale di una grande opera ingegneristica, ideata nei primi anni del Novecento: l'Acquedotto del Peschiera.Per il suo ottantesimo compleanno la capitale, chiamata nell’antichità Regina aquarum , lo festeggia con la prima mostra, organizzata da Acea e intitolata: «1938 - 2018 80° Acquedotto del Peschiera». A Palazzo delle Esposizioni sono esposti fino al 4 novembre decine d'immagini d'archivio, alcune delle quali inedite, oltre cento tra documenti e volumi originali e filmati dell’Istituto Luce. In una delle postazioni video si segue il viaggio dell'acqua dalle sorgenti del Peschiera e delle Capore, in provincia di Rieti, per circa 130 chilometri, di cui il 90% nel sottosuolo e proprio il fatto che lì rimane per 15-20 anni prima di essere erogata, ne garantisce la purezza. Per gli esperti, infatti, quest’acqua è di «qualità elevata» ed è monitorata 24 ore su 24 da una sala operativa che utilizza una sofisticata strumentazione per rilevarne in tempo reale i parametri chimico-fisici. Il sistema di condotte la porta attraverso decine di comuni del Reatino, della Bassa Sabina e della costa settentrionale del Lazio, da Fiumicino a Civitavecchia, fino a Roma, dove garantisce circa l'80% del fabbisogno idrico degli oltre 3 milioni di abitanti. Quanto sia preziosa quest’acqua lo abbiamo improvvisamente scoperto l’anno scorso, nel mezzo della crisi idrica che ha colpito la capitale e quando abbiamo visto abbassarsi pericolosamente il livello del lago di Bracciano, uno dei bacini di riserva dell’acquedotto.La storia dell'opera comincia nel 1938, con la posa della prima pietra. Un filmato presenta in particolare la cerimonia dell'8 maggio 1940, quando Benito Mussolini con le massime cariche del regime fascista inaugurò la centrale idroelettrica di Salisano, dove culminava il cosiddetto tronco superiore, proveniente dalle sorgenti del Peschiera. Allora si chiamava: Acquedotto Imperiale IX Maggio. «Quel giorno tutto doveva essere pronto - spiega il curatore della mostra, Alessandro Nicosia- e invece le turbine ancora non funzionavano, un’inefficienza intollerabile per l’occasione. Così, per far vedere l’acqua al Duce qualche solerte ingegnere inventò dei suggestivi giochi d’acqua sulla montagna, che tracciavano un’enorme lettera M». Il tronco inferiore entrò in funzione un decennio dopo e fu inaugurato il 4 novembre del 1949 dal presidente della Repubblica Luigi Einaudi, con la messa in funzione della fontana di piazzale degli Eroi, dalla quale il Capo dello Stato bevve il primo bicchiere d’acqua sorgiva.[A Palazzo delle Esposizioni, dunque, la mostra vuol far conoscere la più importante infrastruttura idrica a servizio della città di Roma e di parte del Lazio, tra le più grandi d'Europa e del mondo. L’esposizione, aperta a tutti, fa capire anche quanto quest’opera sia strettamente legata allo sviluppo socio-economico della capitale e del suo territorio. Nelle sale i visitatori trovano una raccolta di materiale proveniente dagli archivi storici della presidenza della Repubblica, del Campidoglio, di Acea e di importanti archivi privati, che sarà poi raccolto in una pubblicazione. Le celebrazioni per gli 80 anni del Peschiera prevedono anche una giornata commemorativa, fissata per il 10 ottobre presso le sorgenti, in ricordo dei 43 operai caduti durante la costruzione dell'acquedotto. Una storia che colpisce in tempi in cui di grandi opere necessarie al Paese se ne fanno davvero poche e che ancora non è finita. Il prossimo obiettivo è il raddoppio del primo tronco, con i lavori per la seconda linea che si affiancherà a quella esistente.

Nell'arco di un anno si dovrebbe completare la fase progettuale e si partirà con le gare, con la previsione nella primavera-estate del 2020 di posare la prima pietra di un’opera che potrebbe essere realizzata in 4-5 anni.

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