Iovine: "250mila euro per corrompere i giudici e aggiustare un processo"

Antonio Iovine rivela ai magistrati nuovi particolari inquietanti

Iovine: "250mila euro per corrompere i giudici e aggiustare un processo"

Non c'era solo la corruzione dei sindaci, degli assessori e dei tecnici del Comune. La camorra era in grado di corrompere anche i giudici e di "aggiustare i processi" per la modica cifra di 250mila euro. Parola di Antonio Iovine, pentito dei Casalesi. C'era una "una struttura che girava per il tribunale di Napoli", racconta Iovine, proprio per corrompere i giudici. I casi sospetti corruzione (tutti da verificare) sono stati trasmessi alla Procura di Roma, competente sui magistrati partenopei.

"Ho pagato due volte e per due volte sono stato assolto". Sono pesanti le parole di Iovine raccolte nei nuovi verbali depositati dalla Procura di Napoli nel corso del processo per le minacce dei Casalesi a Roberto Saviano e Rosaria Capacchione. Il boss fa riferimento, nell’interrogatorio del 13 e del 26 maggio, a un sistema di corruzione per aggiustare processi che coinvolge magistrati e fa i nomi di un presidente di Corte d’Appello a Napoli, ora in pensione e anziano, e di un altro avvocato penalista, ex deputato di An, oltre al suo difensore storico, Michele Santonastaso (attualmente in carcere per un'altra vicenda giudiziaria). Iovine ha raccontato che il suo legale gli disse che gli servivano 250 mila euro (da consegnare a un giudice e a un avvocato) per ottenere l'assoluzione in appello in un processo per duplice omicidio. E Iovine fu assolto in appello, dopo che in primo grado era stato condannato a 30 anni per omicidio. Una volta pentitosi Iovine ha ammesso, invece, di aver compiuto quel delitto. Di recente l'ex boss dei Casalesi, poi pentitosi dopo la cattura, aveva rivolto un appello: "Invito tutti quelli che mi sono stati vicini e hanno commesso questi reati assieme a me a parlare con i magistrati".

La Procura apre un'inchiesta

Le carte, trasmesse per competenza dai magistrati partenopei sono all’attenzione dei pm romani da alcuni giorni. Gli inquirenti capitolini, in base a quanto filtra, interrogheranno

538em;">Iovine che nelle sue dichiarazioni tirerebbe in ballo anche un ex giudice della corte d’assise d’Appello di Napoli già sotto processo a Roma per il reato di rivelazione del segreto d’ufficio ed abuso d’ufficio.

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