Juventus, capo ultrà indagato per tentata estorsione

Loris Grandini, milanese di 44 anni, è il capo del gruppo dei Viking. I giudici lo accusano di tentata estorsione verso una società di eventi sportivi

Juventus, capo ultrà indagato per tentata estorsione

Poker e Juventus. Sono queste le due grandi passioni di Loris Grancini, noto tifoso bianconero indagato dalla Procura di Milan per tentata estorsione nei confronti del titolare di una società di eventi sportivi. Grancini, conosciuto nel mondo delle curve per il suo ruolo di capo ultrà del gruppo dei Viking, era già chiacchierato per presunti legami con alcune cosche della 'ndrangheta.

Milanese, Grancini dovrà rispondere in tribunale di un'accusa pesante. Secondo le indagini della Procura, l'uomo avrebbe tentato di procurarsi gratuitamente dei biglietti per assistere ad alcune manifestazioni sportive. Per ottenerli, era arrivato a minacciare il titolare di una società con pesanti intimidazioni. "Bello alto qui, sai come brucia facilmente?".

Frasi che hanno convinto la vittima della presunta estorsione a denunciare l'accaduto alla polizia. Grancini, 44 anni, vive a Cernusco sul Naviglio. Entrato in contatto negli anni Novanta con gli ambienti della malavita milanese, nel 1998 scampò alla morte durante una sparatoria in viale Faenza, nel "difficile" quartiere meneghino della Barona.

Tra l'altro, il nome di Grancini è comparso anche nelle carte di altre due indagini: una sul suicidio di un capo ultrà a Torino, l'altra sulle presunte infiltrazioni della 'ndrangheta nel marketing della Juventus.

Un'inchiesta, quest'ultima, arrivata a sfiorare persino il presidente bianconero Andrea

Agnelli, accusato di non avere sporto denuncia su dette infiltrazioni.

Appresa la notizia dell'indagine a suo carico, Grancini si è duramente sfogato su Facebook: "Sembra di giocare al gioco dello schiaffo: ma sotto ci sono sempre io", il suo commento.

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