La Kyenge difende la Francia: "Sul franco propaganda sovranista"

L’ex ministro attacca gli interventi di Alessandro Di Battista e Giorgia Meloni, accusandoli di essere “un ennesimo tentativo di becera semplificazione di fenomeni ben più complessi”, finalizzato unicamente ad “alimentare la propaganda sovranista”

La Kyenge difende la Francia: "Sul franco propaganda sovranista"

Cecile Kyenge si scaglia contro chi, alla ricerca delle reali motivazioni alla base del fenomeno migratorio di massa dall’Africa, attribuisce le colpe al Franco Cfa.

Obiettivo sono i protagonisti di quello da lei definito come uno “squallido show televisivo”, ovvero Alessandro Di Battista, ospite di Fabio Fazio, e Giorgia Meloni, intervistata su La7 a “L’aria che tira”. Le argomentazioni portate per motivare l’attacco al Franco Cfa sarebbero per l’ex ministro Pd semplicemente “un ennesimo tentativo di becera semplificazione di fenomeni ben più complessi”, volto solo ad “alimentare la propaganda sovranista”.

Queste le parole con cui Kyenge, su “HuffingtonPost”, fa partire un discorso ancora più semplicistico e generalista di quelli che tenta di attaccare.

“La questione del Franco Cfa merita una lettura più sobria e più approfondita di quella proposta dal M5S e da Fratelli d'Italia. È un argomento che richiede studio, competenza, e che non si può certo ridurre a semplicismi televisivi. Anche in Africa, nei paesi direttamente interessati, esistono posizioni divergenti sull'argomento e il dibattito si alimenta con cadenza quotidiana. C'è chi non vuole più i franchi CFA, c'è chi li difende assolutamente e ne vanta i meriti”.

Kyenge attacca anche quanti limitano il discorso relativo allo sfruttamento delle risorse minerarie africane solo ad alcuni paesi. “A partecipare all'economia estrattiva, e al conseguente saccheggio economico dell'Africa sono società italiane, francesi, tedesche, cinesi, europee, internazionali. E non è quindi una questione che riguarda solo le grandi aziende europee e il mondo produttivo, ma è una questione che riguarda ognuno di noi. Il gas che utilizziamo per cucinare, la benzina che fa funzionare le nostre macchine, l'elettricità che abbiamo in casa e persino lo smartphone che abbiamo in tasca sono frutti dei derivati diretti dell'attività estrattiva in Africa”.

La questione Franco Cfa viene liquidata con un semplice riscontro numerico dei paesi che lo utilizzano ma sempre senza, comunque, quella ricerca, quello studio o quella competenza pretesi in precedenza a gran voce dallo stesso ex ministro. Molte richieste d’asilo arrivano da paesi estranei alla moneta incriminata, come “Nigeria, Congo, Somalia o tutto il Magreb”.

Dopo queste sommarie motivazioni, però, l’eurodeputata Pd torna su quella che è la reale motivazione del suo intervento, ovvero la minaccia dei porti chiusi. “La questione qui è una sola: la gente che sta naufragando nel Mediterraneo, a prescindere dai soldi che ha in tasca o in patria, la vogliamo salvare o no? La risposta del governo è stata fin qua NO.

Porti chiusi per le imbarcazioni umanitarie, cioè per le ambulanze del mare, ma porti aperti per i mercantili che tutti i giorni attraccano a Genova, Ancona, Trieste e in tutti gli altri porti italiani ed europei, pieni di materie prime prelevate dall'Africa”.

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