"Via il manifesto", "Cosa c'è da censurare?". È scontro sui Pro Vita

Giorgia Meloni interviene per difendere i cattolici di Pro Vita & Famiglia dopo che il Campidoglio ha deciso di censurare i loro manifesti antiabortisti

"Via il manifesto", "Cosa c'è da censurare?". È scontro sui Pro Vita

Giorgia Meloni interviene per difendere i cattolici di Pro Vita & Famiglia che si sono visti censurare i loro manifesti da Monica Lucarelli, assessora alle Pari opportunità al Comune di Roma.

Il leader di Fratelli d'Italia, su Twitter, si domanda: "Cosa c'è da censurare in questo messaggio a favore della vita, della natalità, dei bambini e del sostegno alle loro mamme?", allegando al tweet anche l'immagine di quei manifesti censurati in cui compare la foto di un feto e la scritta "Potere alle donne? Facciamole nascere". La richiesta di rimuovere i manifesti, ricorda Repubblica, era partita da alcuni consiglieri del municipio XIII che avevano segnalato i cartelloni a Michela Cicculli, presidente della commissione Pari opportunità in Campidoglio. Quando la Lucarelli ha deciso la rimozione di quei manifesti il clima, a detta dei cattolici di Pro Vita & Famiglia, si è esasperato a tal punto che le femministe hanno attaccato e imbrattato la loro sede. "Non ci facciamo spaventare e continueremo a vigilare sul contenuto dei messaggi pubblicitari e su qualsiasi azione che possa minare le libertà individuali, per promuovere una cultura del rispetto di cui si avverte il bisogno", ha dichiarato la Cicculli. Un medesimo messaggio di solidarietà è arrivato anche dalla piddina Eleonora Mattia, presidente della commissione Pari opportunità ma in Regione Lazio, che parla di "insulti vili e inaccettabili". E aggiunge che l'aborto "è un diritto delle donne italiane e il miglior modo per celebrare la giornata internazionale dell'8 marzo è quello di ricordare l'importanza della piena e libera autodeterminazione femminile che passa anche per la condanna di insulti misogini e violenti come quelli rivolti a Lucarelli".

Da parte della sinistra la solidarietà è arrivata solo nei confronti della Lucarelli per i messaggi che ha ricevuto da alcuni haters. Nesuna solidarietà, per il momento, è arrivata alla Onlus Pro Vita & Famiglia che ha già annunciato di aver avviato l'iter giudiziario per ricorrere contro la decisione dell'assessore Lucarelli di impedire l'esposizione dei manifesti pro-life che avevano affisso proprio in vista della Festa per la Donna. L'assessore alle Attività Produttive e Pari Opportunità del Comune di Roma, aveva fatto rimuovere quei manifesti poiché risultavano in contrasto con l'articolo 12 bis del regolamento per le affissioni. Tale articolo vieta, infatti, le esposizioni pubblicitarie che contengono stereotipi e disparità di genere, veicoli messaggi sessisti, violenti o rappresenti la mercificazione del corpo femminile e il cui contenuto sia lesivo del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici. Secondo i promotori, però, non vi è stata alcuna violazione di questo regolamento.

"Se poi la piantassimo di censurare i manifesti che non ci piacciono... non ce lo vogliamo togliere proprio il vizietto della prepotenza e della censura, eh?", commenta Massimo. "Ma non ti vergogni a censurare la vita? Sei pure una donna, o sbaglio?", aggiunge Monica.

La richiesta di rimuovere i manifesti era partita dai consiglieri del municipio XIII di Aurelio in Comune che hanno segnalato i fatti alla commissione Pari opportunità Michela Cicculli di Sce e quando Lucarelli ha deciso di togliere i cartelloni di mezzo le opposizioni in Campidoglio hanno iniziato a protestare.

Nel frattempo, nel giorno della manifestazione per la pace, il corteo è passato davanti la sede dei Pro Vita in viale Manzoni che è stata imbrattata. Il portavoce Jacopo Coghe ha attribuito la responsabilità del gesto proprio alla mossa di Lucarelli dicendo "Porteremo tutto in tribunale". Infine gli insulti rivolti all'assessora da parte degli antiabortisti.

Insulti per i quali Lucarelli ha ricevuto la solidarietà delle assessore Claudia Pratelli e Sabrina Alfonsi, del Pd Campidoglio, dei Radicali, della lista civica Calenda e non solo: "Questa violenza verbale denota un clima di arretratezza culturale e di scarso rispetto dei diritti e della dignità della persona - commentano le consigliere dem Giulia Tempesta e Valeria Baglio -. I manifesti di Pro Vita puntavano a colpevolizzare le libere scelte delle donne. Bene ha fatto l'assessora Lucarelli a disporne la rimozione, nel rispetto di un Regolamento comunale sull'esposizione pubblicitaria che proibisce messaggi sessisti e che violano la parità di genere".

La presidente della commissione Pari opportunità Cicculli ha aggiunto: "Non ci facciamo spaventare e continueremo a vigilare sul contenuto dei messaggi pubblicitari e su qualsiasi azione che possa minare le libertà individuali, per promuovere una cultura del rispetto di cui si avverte il bisogno".

(Pd), presidente della commissione Pari opportunità ma in Regione Lazio che parla di "insulti vili e inaccettabili.

L'interruzione volontaria di gravidanza - aggiunge - è un diritto delle donne italiane e il miglior modo per celebrare la giornata internazionale dell'8 marzo è quello di ricordare l'importanza della piena e libera autodeterminazione femminile che passa anche per la condanna di insulti misogini e violenti come quelli rivolti a Lucarelli".

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