L'aggressione a Niccolò Bettarini: "Sanguinava a terra e loro lo colpivano"

Zoe, un'amica che ha cercato di difenderlo, ha raccontato alcuni dettagli inquietanti sull'aggressione di sabato sera

L'aggressione a Niccolò Bettarini: "Sanguinava a terra e loro lo colpivano"

"Ho visto che diversi ragazzi sono saltati addosso a Niccolò. Non sono riuscita a distinguere più nulla". È questo quanto raccontato da un'amica di Niccolò Bettarini, Zoe Esposito, che sabato sera ha assistiso all'aggressione. "Era caduto per terra, ho provato ad aiutarlo e ho notato che già da lì perdeva sangue. Mentre cercavo di riparargli la testa dai colpi sono arrivati anche a me alcuni calci e pugni, uno in faccia", continua l'amica di Niccolo.

La sua versione - come riporta il Corriere - è stata confermata anche da Bettarini stesso: "Quando sono caduto a terra e Zoe è venuta a soccorrermi le è arrivato un calcio in faccia. Subito dopo sono scappati tutti. Non mi sono accorto di essere stato ferito fino a quando non ho visto che sanguinavo".

Al momento sono quattro le persone arrestate nell'ambito dell'indagine. Si tratta di un pregiudicato, ovvero il 29enne Davide Caddeo, c'è poi Alessandro Ferzoco, un barista di 24 anni, e due albanesi: Albano Jakej, 23 anni, e Andi Arapi, 29 anni, irregolare. "Non l'ho accoltellato io, non sapevo nemmeno che fosse Niccolò Bettarini, l'ho saputo solo in carcere che era lui. Nemmeno ho visto chi ha usato il coltello". Questa la difesa di Ferzoco, il 24enne ultrà dell'Inter fermato con l'accusa di tentato omicidio.

La discoteca è stata chiusa per un mese in seguito

all'aggressione al giovane. Caddeo, sempre secondo gli esiti parziali dell'inchiesta, sarebbe stato l'esecutore materiale dell'accoltellamento del figlio dell'ex calciatore Stefano Bettarini e della conduttrice Simona Ventura.

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