Nemmeno la morte ha posto la parola "fine" alle polemiche. Un ultimo capitolo della storia di Erich Priebke, il capitano delle SS che il 24 marzo del 1944 partecipò all’eccidio delle Fosse Ardeatine e che ieri è morto a Roma all’età di cento anni, deve essere ancora scritto. "Non rinnego il mio passato", ha detto in un’intervista-testamento resa nota dal suo avvocato Paolo Giachini. Grande eco alla notizia in Israele. Quel passato che il criminale nazista non ha voluto recidere nemmeno in letto di morte, non lo lascerà andare neanche adesso che la morte se l'è portato via. Il governo di Buenos Aires ha già fatto sapere che non accetterà alcun tentativo di far entrare il corpo di Priebke in Argentina. Il capitano delle Schutzstaffeln aveva, infatti, chiesto di essere sepolto accanto alla moglie a Bariloche dove aveva vissuto per decenni fino al 1994, quando era stato "incastrato" da un televisione americana ed estradato in Italia. Intanto a Roma, dove martedì saranno celebrati i funerali, la Questura ha già fatto sapere che vieterà "qualsiasi celebrazione in forma solenne".
Furono 1.259 le persone della comunità ebraica romana rastrellate dai soldati tedeschi della Gestapo tra le 5,30 e le 14 di sabato 16 ottobre 1943 nel ghetto di Roma, tra via del Portico d’Ottavia e le strade adiacenti. Una data che quest’anno assume un valore particolare per la ricorrenza dei settant'anni della razzia e per le polemiche seguite alla scelta dei far svolgere i funerali di Erich Priebke proprio il 15 ottobre. Secondo quanto annucniato dall'avvocato Giachini, la cerimonia funebre dovrebbe essere celebrata in una chiesa del centro della Capitale. Se da una parte il questore di Roma Fulvio della Rocca ha subito fatto sapere che, d’intesa con il prefetto Giuseppe Pecoraro, vieterà qualsiasi forma di celebrazione in forma solenne, dall'altra il Vicariato ha assicurato che non verranno celebrati chiesa. Dopo aver assicurato che i funerali saranno "in forma privata", l'avvocato Giachini ha ricordato che i Patti Lateranensi prevedono che ciascuno possa fare pratiche religiose laddove la sede lo consente. "Anche Priebke ne ha diritto - ha spiegato - la chiesa è dei fedeli e Priebke era un fedele". "Roma è una città antinazifascista che ha sofferto drammaticamente", ha tagliato corto il sindaco di Roma Ignazio Marino che ha già messo al lavoro gli uffici del Campidoglio affinché verifichino se ci sono le possibilità legali per rifiutare la sepoltura a Priebke. "Se fosse possibile, anche con la necessità di un voto in consiglio comunale - ha spiegato il primo cittadino - io seguirei quella strada perché credo che sarebbe un’offesa per Roma".
Non si è ancora del tutto chiusa una vicenda che ha profondamente scosso l’opinione pubblica italiana. Il massacro delle Fosse Ardeatine, deciso dai tedeschi come ritorsione per l’attentato partigiano di via Rasella, è una ferita che continua a sanguinare. Priebke era tra gli ufficiali che lo pianificarono ed eseguirono, sotto il comando del colonnello Herbert Kappler. Occhi celesti gelidi, in buona forma fisica, fin dalla sua estradizione in Italia nel novembre 1995 - quando aveva già 82 anni - l’arzillo ex nazista non ha mai mostrato pentimento per l’eccidio, rilasciando anche dichiarazioni sprezzanti. "Responsabili di tutti quei morti sono stati i comunisti con l’attentato di via Rasella - spiegava il capitano delle SS - io ero solo un ufficiale di collegamento con la polizia. Il 24 marzo Kappler ci comunicò che dovevamo fare l’esecuzione. Tutti abbiamo protestato, ma Kappler ci disse che l’ordine veniva direttamente da Hitler". E ancora recentemente, nell'ultima intervista risalente al luglio scorso, aveva assicurato di sentirsi ancora nazista: "La fedeltà al proprio passato è qualcosa che ha a che fare con le nostre convinzioni". E proprio quelle convinzioni che lo portarono ad aderire al Nazionalsocialismo e a compiere l'eccidio delle Fosse Ardeatine gli sbarrano la sepoltura in terra argentina. Da Buenos Aires è, infatti, arrivato un secco niet. "Gli argentini non accetteranno questo tipo di sfide alla dignità umana", fanno sapere dal ministro degli Affari esteri Hector Timerman.
La comunicazione ufficiale del governo argentino fa seguito all’ipotesi, ventilata dall’avvocato Giachino che la salma dell’ex SS possa essere inviato in Argentina "per esser sepolto al lato della moglie" a San Carlos de Bariloche. Priebke aveva vissuto per più di quarant’anni nella città meridionale argentina, fino a quando nel 1994 era stato scoperto, arrestato ed estradato in Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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