Definirlo assenteista sarebbe fargli un torto. Perché il soggetto in questione era oltre ogni immaginazione: in quindici anni di disonorata carriera non aveva mai, sì mai, messo piede in ufficio. Un record sbalorditivo che fa del girone tutto italiano dei furbetti del cartellino una congrega di dilettanti allo sbaraglio. Poveri ingenui rispetto a questo signore oggi sessantasettenne che dal 2005 al 2020 non ha trovato il tempo di prendersi un giorno di lavoro. Nemmeno uno, mentre, a quanto pare, non rinunciava allo stipendio, con un incasso nell'arco dei tre lustri, di 538 mila euro.
Mister Missing era in forza, si fa per dire, al Centro operativo emergenza incendi dell'ospedale Pugliese di Catanzaro. Una cascata di parole che fanno pensare ad un'esistenza di sacrifici, di telefonate notturne e di scariche di adrenalina. Lui però interpretava un filone consolidato della commedia dell'arte fra scaltrezza, minacce a chi metteva il naso negli affari suoi, e una beata indifferenza alle regole minime della convivenza civile e ai drammi del prossimo.
Una corazza di menefreghismo senza vergogna che un po' alla volta dev'essersi trasformata in cinismo, sempre dimenticando i compiti ma non il cedolino.
Una farsa, fra paure, silenzi e complicità, interrotta dalla Guardia di finanza e dalla procura di Catanzaro che ha smantellato una piccola ma robusta rete di fiancheggiatori, piazzati a vari livelli sulla verticale della sua scrivania. A ottobre scorso il licenziamento: dev'essere stata l'unica volta che ha interloquito con i suoi superiori.
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