Lecce, avrà un figlio dal marito morto un anno prima

Il Tribunale ha dato l’ok per la gravidanza postuma. Il bambino nascerà nel 2020. Primo caso in Puglia e terzo in Italia

Lecce, avrà un figlio dal marito morto un anno prima

La decisione del Tribunale di Lecce ha dato ragione alla richiesta di una moglie che desiderava avere un figlio dal marito morto nel 2019. Una terribile malattia ha portato via il suo compagno di vita, ma non il sogno di poter avere un bambino da lui. L’embrione è stato conservato per cinque anni, per scelta di entrambi i coniugi. Grazie soprattutto all’avvocatessa Tania Rizzo, che ha lottato per riuscire a vincere la causa e far emettere dal Tribunale di Lecce la sentenza. Questo è il primo caso in Puglia di gravidanza postuma, e solo il terzo nel nostro Paese.

Come riferito da Il Nuovo Quotidiano di Puglia, la coppia, allora 40enne e residente in provincia di Lecce, aveva avviato la procedura per la procreazione assistita nel 2015, prima comunque della diagnosi di tumore che ha colpito l’uomo uccidendolo. Nel 2014 infatti avevano cercato senza successo di avere un secondo figlio, erano infatti già genitori di un bimbo. A quel punto i due coniugi avevano deciso di comune accordo di iniziare un ciclo di cure contattando un centro apposito. Qui sono stati crioconservati due embrioni fecondati con il liquido seminale del coniuge. Mancava ormai poco all’impianto quando è arrivata come un fulmine a ciel sereno la sentenza senza appello della malattia che, da lì a poco, avrebbe portato via l’uomo.

Anche durante i cicli di chemioterapia la coppia non aveva mai abbandonato l’idea di quel figlio, forse anche un aiuto per avere la forza di continuare a combattere, di non lasciarsi andare. Ma purtroppo, all’inizio del 2019, la malattia ha avuto la meglio sul combattente. La moglie però è rimasta ferma nella sua idea di portare avanti ciò che insieme avevano sognato, un altro bambino. Prima di morire il marito, conscio che la fine stava per arrivare, aveva firmato tutte le carte necessarie per poter esprimere il suo consenso anche una volta deceduto. Ma la burocrazia ha regole diverse e, nonostante tutte le firme, l’ultima parola doveva spettare al tribunale.

La donna non si è però fatta scoraggiare dall’iter lungo e difficile. Si è quindi rivolta all’avvocatessa Rizzo per portare avanti la sua battaglia. Il difficile scoglio da superare era quello rappresentato dall’articolo 5 della legge sulla procreazione assisitita, che si riferisce esclusivamente a “coppie maggiorenni entrambi viventi”. Ma l’esperienza e la bravura del legale sono riuscite a fare l’impossibile.

Da una parte si è appellato al fatto che un embrione già fecondato, secondo la legge 40, non può essere ucciso. Dall’altro a tutti i consensi firmati dal padre per dimostrare il suo desiderio.

E’ stato un giudice donna, Maria Gabriella Perrone, ad accogliere il ricorso e a dare l’ok. Dopo due mesi di lotta, finalmente, nel 2020 avverrà il miracolo, nascerà un bambino, figlio legittimo della coppia. I casi precedenti erano avvenuti a Palermo nel 1999 e a Bologna nel 2010.

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