I fatti sono noti, ma vale la pena riepilogarli brevissimamente: lo scorso 5 aprile il runner 26enne Andrea Papi viene ucciso da un'orsa mentre sta correndo nei boschi di Caldes, nella Val di Sole.
L'animale che lo ha aggredito e ammazzato viene riconosciuto come l'orsa Jj4. Nome che ai più non dirà niente, ma dietro al quale si nasconde una storia di ecologismo esasperato, decisioni giudiziarie ideologiche e negligenza umana. A tutto ciò si aggiunge - e non è un fattore secondario - la violenza animale. Concetto che inquieta gli ecologisti da baita di lusso, quelli che pensano che gli orsi siano tutti dei gentiluomini con cappello e cravattino come Yoghi. Ma un conto è la narrazione di Walt Disney, un altro il mondo reale. Esistono gli orsi aggressivi, quelli che adesso - con un impeto di «ambientalmente corretto» - chiamiamo «problematici». E dobbiamo fare i conti anche con loro, fuori dall'oleografia da cartone animato. Jj4 è figlia di due orsi portati in Italia dalla Slovenia nell'ambito del progetto «Life ursus», cioè un programma di ripopolamento del Trentino. Iniziativa partita negli anni Novanta e scappata leggermente di mano: i plantigradi sarebbero dovuti essere 50 e invece sono 100, se non 120; avrebbero dovuto spostarsi dalla zona e invece sono ancora tutti lì. Un gran casino fatto dall'uomo nel nome della difesa assoluta degli animali, anche di quelli che per natura diventano facilmente aggressivi. Jj4 infatti aveva già manifestato la sua indole: nel luglio del 2022 aveva assalito e ferito due persone. Le istituzioni ne avevano chiesto l'abbattimento, ma tutto era stato bloccato dal veto del Tar. Giù le mani dall'animale, tuonarono in coro le associazioni ecologiste e gran parte della politica, plaudendo la scelta delle toghe. Nel frattempo, per non abbattere l'orsa killer, è morto Andrea Papi. Il quale non ha fatto nulla di male, non ha provocato l'orsa, non è stato irrispettoso nei confronti della natura, non doveva - come delirano alcuni - «conoscere meglio come ci si comporta in quegli ambienti»: stava semplicemente facendosi una corsa ed è stato ammazzato.
Una constatazione che sembrerebbe pleonastica, ma che diventa necessaria in una società sempre più antropofobica e che umanizza ossessivamente gli animali, facendo un torto a loro e soprattutto agli uomini stessi. Per questo era - ed è - giusto abbattere gli orsi violenti. Prima che loro abbattano noi.
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