Legnano, oggi i funerali di Bruno Gulotta: ucciso nell'attentato di Barcellona

Oggi a Legnano è stato celebrato l'ultimo addio a Bruno Gulotta, il 35enne italiano ucciso nell'attentato terroristico a Barcellona il 17 agosto

Legnano, oggi i funerali di Bruno Gulotta: ucciso nell'attentato di Barcellona

Oggi a Legnano vengono celebrati i funerali di Bruno Gulotta, il 35enne padre di due bambini rimasto vittima dell'attentato terroristico avvenuto a Barcellona il 17 agosto.

La cerimonia è iniziata alle 14.30 in una gremita Basilica di San Magno ed è officiata dal vescovo legnanese monsignor Franco Agnesi e dal monsignore di Legnano don Angelo Cairati, coadiuvati dal decano don Fabio Viscardi. Nei giorni scorsi c'è stato l'omaggio della città, con il lutto cittadino e la camera ardente allestita fino a stamani nella Sala degli Stemmi di Palazzo Malinverni, sede del Comune.

È il padre di Bruno, Umberto, ad accogliere famigliari e amici del figlio e della nuora Martina, 28 anni, che giovedì scorso era sulla Rambla assieme ai figli Alessandro, di sei anni, e Aria, di sette mesi, quando il compagno è stato ucciso. L'intera città partecipa al dolore: alle 14, al rintocco delle campane, gli uffici chiudono e i commercianti abbassano le saracinesche dei negozi sino alle 16.30.

La bara di Gulotta, che era responsabile marketing e vendite del sito specializzato in tecnologia Tom's Hardware, è coperta dalla bandiera tricolore. Ai due lati del feretro sono state poste delle corone di fiori da parte della presidenza della Repubblica, del governo e della presidenza del Consiglio, a dimostrare la vicinanza delle istituzioni. A dargli l'ultimo saluto sono presenti anche diversi colleghi che indossano una maglia nera con il logo della società.

Alle esequie sono presenti il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, in rappresentanza del Governo Italiano, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e l'assessore Massimo Garavaglia, il vicesindaco della Città Metropolitana Anna Scavuzzo e il consigliere metropolitano Roberto Maviglia, e diversi sindaci di città dell'hinterland: Alberto Villa (Pessano con Bornago), Marco Alparone (Paderno Dugnano), Marco Segala (San Giuliano Milanese), Roberto Di Stefano (Sesto San Giovanni), gli assessori Maura Pera e Antonella Lattuada (San Vittore Olona) e Adriana Nebuloni (Parabiago).

"Ciò che ci unisce è la speranza", ha esordito monsignor Angelo Cairati. "La vita non si toglie, la vita si dona" ha poi ripetuto più volte nel corso della sua omelia, inviando prima un abbraccio "affettuoso alla famiglia a Martina, la compagna, alla mamma Marialuisa e al papà Alberto e alle sorelle". Il parroco della comunità del Milanese ha voluto far sentire alla famiglia la vicinanza "di tutta la comunità e di tutta l'Italia" pur "nel dolore".

"Ferma e decisa" la "condanna senza se e senza nei confronti di ogni violenza specialmente quella perpetrata nel nome di Dio" quella espressa dal monsignore, che ha ricordato come "Non si può uccidere, tanto meno nel nome di Dio. Questa cosa è gravissima e non può avere seguito".

"Bruno teneva molto alla sua famiglia e al primo posto per lui c'erano Martina i bambini e i suoi affetti". Un aspetto sottolineato anche dal suo ultimo gesto: "Quando quel folle, uomo malvagio e dalla mente distorta gli si è lanciato contro, la prima cosa che ha pensato è stata di proteggere il figlio. Non c'è amore più grande di quello di chi dona la vita".

"Il compito che abbiamo davanti è un compito educativo: dobbiamo rieducare le giovani generazioni ai valori della solidarietà e della

democrazia. Al di là di ogni credo, ci unisce l'umanità e noi non possiamo perderla", ha spiegato prima di rivolgere un invito ai media: "Si ricordi anche che c'è ancora tanta brava gente e che il mondo è ancora un bel posto".

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