La questione è aperta, il nodo è intricato, la protesta è dietro l'angolo. Il rischio di una estate calda segnata dalla rabbia degli operatori del settore balneare è tutt'altro che debellato e dopo le manifestazioni organizzate al Giro d'Italia e alla riunione dei giovani di Confindustria la possibilità che iniziative di questo tipo possano moltiplicarsi e arrivare direttamente sulle spiagge italiane è sempre più concreta.
Nel mirino, da mesi ormai, la direttiva Bolkenstein e la grande liberalizzazione del settore imposta dalla normativa europea. L'Ue chiede, infatti, che nel 2015 le aree demaniali siano assegnate mediante asta, affinché lo Stato ottenga il massimo beneficio dall'affitto di un bene di pregio. I balneari controbattono: chi garantisce in questo modo i nostri investimenti in assenza di un periodo di gestione proiettato nel tempo? Perché dovremmo spendere per assicurare servizi e infrastrutture quando il diritto di sfruttamento può sfumare da un giorno all'altro? Questione complessa. Tra le proposte vi era quella che il vincitore di un'asta versasse al precedente gestore una cifra stabilita in base alla denuncia dei redditi del vecchio gestore, moltiplicata per un coefficiente da stabilire. Una sorta di diritto di licenza. Tutto, però, è ancora fermo.
A sollevare ancora una volta il problema è stata pochi giorni fa l'europarlamentare Pdl, Lara Comi, da sempre molto attiva insieme a Roberta Angelilli, su questo tema. «Il governo deve dare risposte chiare e rapide a un settore come quello dei lavoratori balneari che vive momenti di incertezza e rischia di essere colpito da una drammatica crisi occupazionale. Trentamila aziende, per lo più a carattere familiare, che danno lavoro a 100 mila persone e che dal 2015 rischiano di perdere le concessioni demaniali marittime a seguito delle liberalizzazioni introdotte dalla direttiva servizi Bolkestein. Spiagge significano turismo e il turismo contribuisce per il 13% del Pil del nostro Paese. In un periodo di recessione economica che investe pericolosamente l'Italia, con un Prodotto interno lordo nel primo trimestre a meno 1,3%, un tasso di disoccupazione balzato all'11%, aziende che chiudono e produzione industriale che continua a calare (meno 0,6% a maggio, certifica Confindustria), sarebbe irresponsabile non tutelare le piccole e medie imprese che costituiscono il tessuto produttivo italiano» ha spiegato la Comi a Santa Margherita Ligure. L'intenzione dei nostri europarlamentari, Comi in primis, è ora quella di sollecitare un incontro con il ministro per gli Affari Europei, Enzo Moavero Milanesi in vista di una soluzione normativa che non danneggi la categoria e regali certezze a un intero settore che necessita di programmare il proprio lavoro in una prospettiva temporale più ampia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.