Pareri e pareri: c'è chi sostiene che Covid tornerà, con forza, in autunno e chi, invece, è convinto che il virus morirà da solo, "autospegnendosi". È la tesi del Prof. Francesco Le Foche, primario di immuno-infettivologia al day hospital del Policlinico Umberto I di Roma.
Il virus che si spegne da solo
"Questo virus, come gli altri coronavirus che abbiamo già conosciuto in passato, tende a spegnersi da solo. E' così - afferma il primario nel corso del suo internvento al programma di Rai Radio 2 "I Lunatici" - È risaputo nell'ambito scientifico che i coronavirus tendono a dare delle pandemie e poi piano piano tendono a spegnersi, soprattutto quando c'è una riduzione della loro entropia sociale".
"Morte programmata"
Insomma, secondo Le Foche, la chiusura dentro casa degli italiani ha ridotto, automaticamente, la potenza del Covid-19 che non è più in grado di riprodursi come a gennaio e febbraio quando "saltava" di persona in persona. "Grazie al lockdown questo virus, non potendo contagiare le persone che sono chiuse in casa, non ha più la carica di diffondersi e quindi tende ad autospegnersi, a vivere una sorta di morte programmata - sottolinea l'immunologo - speriamo che questo avvenga rapidamente e sembrerebbe che i primi caldi possano essere d'aiuto".
Tra l'altro, l'estate sarà d'aiuto perché "con i primi caldi ci sarà anche una riduzione delle goccioline che si essiccheranno e quindi avranno meno possibilità di passare da una persona all'altra", sostiene Le Foche. Numerosi studi hanno ormai dimostrato e confermato come, anche soltando parlando, micro particelle di saliva rimangono sospese in aria diventando il maggior pericolo di contagio.
Perché il virus è esploso
"Questo virus ha avuto il massimo dell'esplosione con contagi anche intra-ospedalieri. Ha proliferato - continua - in ospedali mono-blocco, che non avevano la possibilità di isolare il covid nei padiglioni": per alcune settimane il sistema sanitario italiano è andato in tilt ma adesso "c'è una decompressione importante data dal lockdown, decompressione che ci ha dato l'opportunità di iniziare una medicina del territorio che è fondamentale per la salute pubblica".
Le contraddizioni di Le Foche
Il professore, se da un lato auspica la scoperta di un vaccino necessario a "liberarci completamente dal virus", dall'altro, però, non è molto convinto della sua efficacia perché "non sappiamo se produrrà degli anticorpi immunizzanti o meno" affermando addirittura che "non credo sia così indispensabile tra un anno o un anno e mezzo questo vaccino. Poi, qualora ci fosse questa opportunità, ben venga".
Il ragionamento dell'immunologo è basato sulle evidenze scientifiche ma i dubbi continuano. "Solo le vaccinazioni - prosegue - riescono a far scomparire del tutto i virus dalla faccia della terra. Però, se questo virus si comporta come la sars, è destinato a scomparire. Essendo questo un coronavirus per l'80% identico a quello della sars dovrebbe aver avuto una fase pandemica che adesso si sta spegnendo. Sono ottimista e il mio ottimismo è basato sulla scienza".
Vacanze estive? Forse..
A quanti auspicano (tutti) il ritorno ad una vita il più normale "non è da considerarsi così lontano.
Dobbiamo attendere le prossime due settimane, se le cose continuano in questo modo entro le prime due settimane di maggio potremo uscire e riorganizzare la nostra società - continua - se questo virus si comporterà come dovrebbe e come la storia dei coronavirus ci fa pensare, potremmo tornare alla nostra vita sociale".Anche se sarà difficile andare all'estero, "credo che in Italia potremo andare in vacanza", conclude Le Foche. Speriamo che il suo auspicio ci porti fortuna.
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