Il piccolo Gioele potrebbe davvero essere morto a causa dell’incidente avvenuto tra l’auto guidata dalla madre Viviana e il furgoncino. L’impatto, avvenuto nella galleria dell’autostrada A20 Messina-Palermo, non sarebbe stato lieve. Dai rilievi sulla Opel Corsa erano emerse sei tracce biologiche appartenenti probabilmente al bimbo di 4 anni, i cui resti erano stati trovati lo scorso 18 agosto nella boscaglia di Caronia. Poco lontano dal luogo dove l’8 agosto era stato rinvenuto anche il cadavere della dj 43enne.
Gioele morto nell'incidente in galleria
La polizia scientifica oggi ha eseguito accertamenti irripetibili di tipo biologico sulla vettura incidentata il 3 agosto, giorno della scomparsa di Viviana e di suo figlio. Il procuratore di Patti, Angelo Vittorio Cavallo, ha disposto gli esami sulle sei campionature effettuate il 6 agosto, al fine di verificare se vi fossero profili genetici ed eventuali comparazioni. Gli esiti, una volta che sono stati affiancati a quanto emerso questa mattina dall’autopsia eseguita sul corpicino del piccolo Gioele, farebbero puntare gli occhi sulla tesi secondo la quale il bambino sarebbe rimasto ferito mortalmente nell’incidente. Non sarebbe quindi morto successivamente , come si era inizialmente pensato, ma sarebbe invece deceduto a causa del forte impatto avvenuto tra i due mezzi. In preda alla disperazione per la morte del figlio, la mamma Viviana potrebbe aver deciso di togliersi la vita lanciandosi nel vuoto dal traliccio.
L’autopsia effettuata questa mattina al Policlinico di Messina aveva rilevato nel corpicino di Gioele delle pietruzze. Questo particolare emerso dall’esame autoptico, si era detto subito, avrebbe potuto stabilire il luogo e la data della morte del bimbo. Il pool di esperti che hanno eseguito l’autopsia è costituito dai medici legali Daniela Speranza ed Elvira Ventura Spagnolo, l’entomologo Stefano Vanin, gli zoologi dell’istituto “Aleandri”. Rosario Fico e Rita Lorenzini, e la geologa Roberta Somma.
Sul cranio di Gioele sono state riscontrate, come apprende l'Adnkronos, delle "micro tracce di sangue" con "infingimento osseo". In altre parole, il bimbo di 4 anni trovato senza vita nei boschi di Caronia (Messina) potrebbe avere auto una emorragia cerebrale. Per i periti che hanno visionato il cranio, il bambino potrebbe avere "sbattuto la testa contro una superficie non particolarmente dura", quindi anche l'interno di una macchina. A questi punti potrebbe prendere quota sempre di più l'ipotesi dell'incidente in auto che avrebbe provocato "lesioni importanti" al cranio del figlio di Viviana Parisi.
Gli inquirenti si trincerano dietro il 'no comment', ma come apprende l'Adnkronos, sembra che nell'auto di Viviana siano state trovate delle micro tracce di sangue, che fanno pensare a una ferita, seppure lieve, del bambino. Forse Viviana si è spaventata ed è scesa dall'auto in preda al panico lasciando l'autostrada? Secondo i testimoni del Nord Italia, sentiti dalla Procura, il bambino era in braccio alla madre "ancora vivo e con gli occhi aperti" ma gli investigatori fanno notare che il bambino potrebbe essere rimasto ferito o avere subito un trauma cranico. Ma il medico legale Elvira Ventura si limita a dire all'Adnkronos che "ancora le operazioni non sono state completate" né "esaminato tutti i resti del corpicino".
Tutto avrebbe una logica
Con questi nuovi esami tutto prenderebbe una piega più logica. Il bambino sarebbe morto lontano dal luogo del ritrovamento e poi trascinato nel posto dove è stato ritrovato. Nei prossimi giorni saranno fatti altri sopralluoghi nei boschi dove sono stati rinvenuti i cadaveri di madre e figlio. Anche perché si starebbero cercando altri resti del piccolino. Il papà Daniele ha fatto un esposto alla procura chiedendo di indagine sulla macchina dei soccorsi ufficiale entrata in campo per le ricerche. Dubbi anche da parte del padre di Viviana, Luigino Parisi, che ha parlato di “evidente superficialità nelle ricerche” . L’avvocato Nicodemo Gentile, che con il collega Antonio Cozza assiste il papà della dj, aveva tenuto a precisare che sono ancora tanti gli elementi che vanno chiariti, e che un aiuto sarebbe potuto arrivare dalla scienza. Il legale della famiglia, Pietro venuti, ha detto: “Abbiamo molta fiducia negli esperti che sono stati convocati per determinare progressivamente la verità, però è passato troppo tempo e sono intervenuti elementi esogeni per cui non credo che ci daranno delle risposte certe.
Forse si potranno ventilare una pluralità di ipotesi, ma l'elemento che mi interessa, cioè la certezza assoluta senza dubbio escluso, dubito che si possa raggiungere sulla scorta degli elementi di cui disponiamo oggi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.