Il temperamento non va confuso con il carattere. Il primo, infatti, è costituzionale e immutabile mentre il carattere si forma sulle esperienze durante il percorso di vita, dall’infanzia all’età adulta e muta a seconda dei nuovi stimoli che l’individuo vive. E’ bene però evitare che, nell’acquisizione delle nuove esperienze, si venga a modificare la struttura temperamentale di base. Ad esempio, il “linfatico” vive le cose in modo lento, ma arriva al traguardo con precisione; alterare o sollecitare la sua costituzione può causargli sfiducia e ansia, creando un carattere tensivo. IL
Temperamento linfatico - La mano è umida e fredda, molle e atonica. Il volto presenta forme appesantite, soprattutto nel piano inferiore del viso che appare roseo, ma flaccido. I capelli sono scarsi, la fronte liscia e arrotondata, gli occhi chiari e lacrimosi, lo sguardo dolce sotto lunghe ciglia, le labbra carnose e molli. I gesti sono lenti, l'espressione statica e priva di partecipazione emozionale. La voce è calma e monotona. Il linfatico tende ad appoggiarsi e adagiarsi nel proprio benessere, alla ricerca sempre della pacificazione tra il proprio mondo e quello esterno. Calmo, paziente, metodico e adeguato, i suoi slanci saranno sempre controllati, per cui anche i risultati, sia negli studi sia nell’attività lavorativa, saranno lenti. Stabilità e tranquillità regolari danno all’individuo un equilibrio psicofisico, proprio perché soggetto a poche scosse. L’affettività è vissuta senza troppe emozioni, tanto che tutte le funzioni, anche emotive e affettive, sembrano “ovattate”.
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