Continuare a sostenere l'Ucraina anche da un punto di vista militare è davvero la mossa giusta? Fornire ancora armi a Kiev è da interpretare come un gesto nobile per supportare la resistenza contro l'operazione militare della Russia o si tratta di un precedente in grado di alzare ulteriormente gli animi e di far allargare il conflitto anche ad altri Paesi? Sono diversi i filoni di pensiero dell'opinione pubblica, che è molto divisa sulla decisione dei Paesi occidentali di mostrare vicinanza al popolo ucraino pure attraverso l'invio di armi per far fronte all'avanzata di Mosca.
Su questo fronte si è creato uno scontro nell'ultima puntata di Non è l'arena, programma in onda la domenica sera su La7, che si è occupata delle cause e degli ultimi sviluppi del conflitto tra Ucraina e Russia: gli ospiti in studio e in collegamento hanno espresso tesi del tutto opposte e in alcuni casi il dialogo è sfociato in discussioni piuttosto animate. Tra queste rientra la dialettica animata sulla necessità o meno di proseguire per la strada del supporto di armamenti al popolo ucraino.
Ad esempio Kateryna Nesterenko ha chiesto di continuare a sostenere Kiev con degli aiuti militari, inviando altre armi per respingere ogni tentativo di avanzata da parte dell'esercito russo. La giornalista ucraina ha definito Vladimir Putin "un macellaio" e lo ha accusato di essersi impuntato sul conflitto militare nonostante le perdite tra le fila di Mosca. E non ha fatto mancare una stoccata nei confronti del nostro Paese: "Noi dobbiamo difenderci. Per questo stiamo chiedendo di chiudere i cieli, di proteggerci. Noi stiamo proteggendo anche l'Europa, ma l'Italia non sente questo rumore della guerra".
A stretto giro Sandra Amurri ha replicato in maniera seccata. Davvero l'Ucraina ha il solo intento di proteggersi, di difendersi? La giornalista italiana non la pensa proprio così: "Volete altre armi? Per far morire un popolo? Per sterminare un popolo? Volete vincere, volete la vittoria. Lei ha un linguaggio di guerra, io di pace". A quel punto il conduttore Massimo Giletti ha ritenuto necessario intervenire in prima persona per prendere le difese della giornalista ucraina Kateryna Nesterenko: "Loro sono sotto le bombe, eh. Bisogna anche capirli. Sono massacrati e si devono difendere".
La Nesterenko ha chiarito di volere anche lei la pace. Un concetto certamente nobile, ma che purtroppo non trova attuazione pratica sul campo di guerra come dimostrano le atrocità commesse nel corso di queste settimane.
Infine Sandra Amurri ha snocciolato alcuni dati citando l'Organizzazione delle Nazioni unite (Onu): tra le 1.766 vittime civili si registrano almeno 284 donne. Un quadro drammatico che non lascia scampo ai civili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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