L'interrogatorio di Luca Traini: "Non rinnego niente, ora vi spiego perché mi sono estremizzato"

Il Tempo pubblica il video dell'interrogatorio del 6 febbraio di Luca Traini, l'uomo che voleva vendicare la morta di Pamela Mastropietro

L'interrogatorio di Luca Traini: "Non rinnego niente, ora vi spiego perché mi sono estremizzato"

Sono passati oltre 3 mesi da quel 3 febbraio in cui Luca Traini salì a bordo della sua auto nera per vendicare la morte di Pamela Mastropietro, la 18enne romana uccisa e fatta a pezzi dal nigeriano Innocent Osegale e altri 2 connazzionali.

Ora il 28enne di Tolentino affronterà il processo alla Corte d' assise del Tribunale di Macerata per strage, tentato omicidio plurimo, porto illegale di pistola e munizioni, esplosione pericolosa in aria di colpi di arma da fuoco e danneggiamento. Il tutto aggravato - come si legge nel capo d'imputazione - "dall'aver commesso il fatto per ragioni di odio razziale contro i cittadini stranieri immigrati presenti a Macerata e contro ilfenomeno dell' immigrazione, in generale, che avviene in Italia". Aggravvante che Traini ha cercato di far cadere con l'interrogatorio del 6 febbraio.

L'interrogatorio

Nei filmati pubblicati da Il Tempo, Traini spiega che "non rinnego niente di quello che ho fatto. Io volevo colpire chi spaccia, come quello che ha venduto la droga a Pamela. Non è colpa mia poi se a Macerata tutti gli spacciatori sono neri". L'imputato ha cercato di spiegare che il suo gesto non è frutto dell'odio per le persone di colore, bensì per chi smercia drgoa per le strade, rovinando così la vita dei giovani. "Il mio non è stato un raid prettamente razziale. Non è che ho attaccato tutti i neri - spiega nel carcere di Ancona - Non è che ho attaccato tutti i neri. Sconvolto dalla notizia del massacro di Pamela, ho rivolto la mia attenzione agli spacciatori. Se fossi stato spinto dall' odio razziale avrei colpito anche i negozi degli africani. Se poi tutti gli spacciatori sono neri, almeno a Macerata, quella è un'altra questione".

A ancora: "Non rinnego niente di quello che ho fatto. Mi dispiace solo per la ragazza di colore. Io volevo colpire solo maschi dell' età dello spacciatore presunto uccisore di Pamela". Traini però rivela di essersi "estremizzato" nel 2015, quando è inizio l'arrivo di massa di migranti in Italia. "In quel periodo forse ce l'avevo più con il Governo, che contro gli immigrati. Con i dazi messi da Renzi. Gli immigrati li vedevo come un contorno, come qualcosa che il Governo provocava. Tutto ciò ha fatto sì che l'ideologia politica che già mi apparteneva si sia estremizzata".

La richiesta del legale

Sulla base delle dichiarazioni di Traini, Giancarlo Giulianelli, suo legale, chiederà ai giudici il rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica perché come lo stesso imputato ha raccontato di essere stato bullizzato da ragazzino: "È iniziato tutto quando avevo 14 anni, a scuola. Mi incisi il numero 1 sulla mano con il portachiavi del motorino.

Poi ci sono stati anni di silenzio e di emarginazione. Pesavo 116 chili a 16 anni. Ero preso di mira verbalmente dai bulli. Quindi avevo questo odio represso dentro, non dico per la società, ma per chi non mi accetta".

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