Da settimane, l'attenzione di tutti è rivolta ad un numero: quello dell'indice di contagio. R0 ("erre con zero") o "numero di riproduzione di base", per usare le parole dell'Istituto superiore di sanità (Iss), "rappresenta il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto in una popolazione completamente suscettibile, cioè mai venuta a contatto con il nuovo patogeno emergente". Un parametro che misura quindi la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva.
Per interrompere la circolazione del Covid-19 è necessario scendere al di sotto di un contagiato per ogni persona positiva. "Dal punto di vista matematico sarà possibile ritenere di averla avuta vinta contro il coronavirus soltanto quando il valore dell'R0 sarà inferiore a 1", aveva spiegato qualche giorno fa il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro. L'obiettivo principale è quindi abbassare il tasso di contagio del nuovo coronavirus il più possibile, preferibilmente fino a zero. E ora arriva la buona notizia.
Il valore "dell'indice di contagio R0 è già sotto uno. Più o meno ipotizziamo una stima intorno a 0,8". Lo ha annunciato il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli durante il punto stampa alla Protezione civile. Questo significa che ogni malato di coronavirus contagia in media meno di una persona. Il traguardo sembra quindi avvicinarsi, ma questo non deve far abbassare la guardia. Per mantenere il numero su questi livelli e farlo scendere ancora, ha aggiunto Locatelli, "dobbiamo impiegare 5 strumenti: contact tracing, uso tamponi, dispositivi di protezione individuale, permanenza dei Covid hospital, implementazione dell'efficacia della medicina territoriale. Aggiungo anche la responsabilità dei comportamenti individuali".
"Dobbiamo avere bene in testa che dobbiamo assolutamente essere cauti e attenti nella ripresa, sia della nostra vita sociale sia delle attività produttive", ha poi aggiunto Locatelli. Sarà cruciale, "riuscire a cogliere immediatamente gli eventi sentinella" per far sì che eventuali "focolai epidemici locali rimangano tali" e non dilaghino a livello nazionale. Come riporta il Corriere, questa mattina, il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro aveva dichiarato che "lo stato dell'arte" sull'emergenza coronavirus in Italia "ci racconta di persone con i sintomi che stanno riducendosi e una curva di positività decrescente a livello nazionale. L'adozione delle misure restrittive del lockdown in tutto il Paese ha consentito di limitare la circolazione in molte aree". Il nuovo coronavirus sarà difficile da sconfiggere e continuerà a circolare, hanno spiegato gli esperti, ma avrà un'intensità più bassa.
"Adesso siamo ancora in fase 1, non c’è dubbio", ha aggiunto Rezza, ma in una futura "fase 2 dovremo mantenere delle misure di distanziamento sociale" che siano "strette e rigorose".
Non solo, ha aggiunto che "quando arriveremo a un momento in cui il virus circolerà meno rapidamente, sarà estremamente importante rafforzare soprattutto il controllo del territorio" e ritornerà attuale la definizione delle cosiddette ”zone rosse”. In quelle aree, infatti, è "fondamentale attuare immediatamente un’azione di contenimento per ridurre la circolazione del virus nelle zone contigue", ha spiegato l’esperto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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