L'onore perduto dei politici muti

Il quadro che ha fatto Renzi è quello di colpo di Stato permanente che dura da trent'anni, con una parte del Parlamento consenziente perché le tornava conto

L'onore perduto dei politici muti

La cosa stupefacente non è soltanto ciò che ha detto ieri Matteo Renzi in Senato quando ha pronunciato una requisitoria contro la sopraffazione della magistratura che conta, sul Parlamento e la politica, ma il fatto che salvate le forme minime benché tutto sia da tempo sotto gli occhi di tutti, non ne parli quasi nessuno, giusto il minimo sindacale. Il quadro che ha fatto Renzi è quello di colpo di Stato permanente che dura da trent'anni, con una parte del Parlamento consenziente perché le tornava conto. Cacciato il ministro manettaro Alfonso Bonafede e varata la legge Cartabia dice Renzi si potrà valutare «la nobilitate» dei politici. Come? Eleggendo di comune accordo e in difesa della democrazia i membri laici del Consiglio superiore della magistratura per demolire la dittatura delle correnti politiche nel Csm alle quali le toghe sono costrette ad iscriversi. Sono poi le correnti, di fatto, a scrivere le sentenze. Ormai a dirlo non sono solo magistrati come Luca Palamara ma ex magistrati di sinistra come l'ex presidente della Camera Luciano Violante e l'avversario politico storico di Silvio Berlusconi, Romano Prodi, che ha definito follia la pretesa di una perizia psichiatrica all'ex presidente del Consiglio.

Ormai è un coro, il re è nudo, tutti lo sanno ma poco se ne parla. Renzi non pronuncia discorsi a caso: un giorno arrivò e decretò la fine di Giuseppe Conte. Punto e a capo. Ieri è venuto a dire che i tempi sono ridottissimi e che fra poco il Parlamento avrà la grande occasione di farsi sentire nel Csm e contestare lo strapotere togato. Ma il partito che ruota intorno al patto scellerato è fatto di persone e interessi multipli: politici, giornalisti, è un coro a sinistra di coloro che solo adesso con aria vaga e distratta si accorgono di aver sbagliato tutto e di essersi lasciati annichilire, ipnotizzare e manipolare senza aver nemmeno tentato di resistere. Tanto, che ci importa? Va tutto a nostro vantaggio.

Ieri il leader di Italia Viva ha alzato il tono accusando non solo la parte marcia della magistratura, ma più che altro le correnti politiche cui i magistrati sono costretti ad iscriversi, trovandosi di fatto ridotti in schiavitù, anche quando si tratta di bravi magistrati che farebbero il loro dovere se potessero e ha accusato il Parlamento di essersene finora infischiato di svolgere il suo ruolo quando elegge e fra pochi mesi accadrà i propri rappresentanti laici nel Consiglio superiore della magistratura. La sfida è adesso, è l'ora di riprendersi l'onore e delle riparazioni.

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