I terroristi sparano, i social si riempiono di gattini

I terroristi islamici spargono sangue in Europa, ma c'è chi posta la foto di qualche cucciolo pensando di dare un contributo alla causa. E intanto l'Europa ci prende in giro

I terroristi sparano, i social si riempiono di gattini

Tornano gli attentati e puntuali si ripresentano i gattini. E così mentre un gruppo di jihadisti ha messo sotto attacco Vienna, una flotta di foto di cuccioli ha riempito il web. L'appello delle forze dell'ordine austriache era chiaro: non diffondere immagini e video dell'episodio per evitare di creare ulteriore caos tra fake news e informazioni sbagliate. In molti hanno rispettato alla lettera l'invito ma non hanno perso tempo per pubblicare infiniti scatti di gatti, accompagnando il tutto dalle frasi "di rito" pensando di dare un giusto e fattivo contributo alla causa. Proprio come accadde già nel 2017 dopo la strage di Barcellona. Ma veramente si pensa che questa sia una risposta efficace contro chi schiaccia la vita dei cittadini civili? In seguito ai fatti delle Ramblas, ricordiamo, fu dato grande rilievo ai gessetti colorati.

La sensazione è che spesso si è portati a osservare semplicemente le tragedie da uno schermo, scorrendo sulla bacheca di un social network, senza però rendersi conto di essere parte in causa. Nel frattempo, fa notare La Verità, la vocazione alla morte e il fanatismo consentono la stragi. "Aiutiamo la polizia austriaca. Per evitare che circolino informazioni e immagini legate all'operazione delle forze dell'ordine viennesi, twittate foto di gatti", scrive un utente su Twitter. C'è chi sostiene che si tratti appunto di un modo per aiutare le forze dell'ordine nelle indagini evitando di ostacolare il loro lavoro: postando immagini e video degli attacchi, gli attentatori potrebbero capire in quale direzione gli agenti stanno lavorando e perciò potrebbero essere facilitati nella fuga.

E l'Europa ci prende in giro

Nel frattempo ci prendono anche in giro. Politici e capi di Stato europei si schierano contro un generico "nemico", senza mai citare l'aggettivo "islamico". Solamente la cancelliera tedesca Angela Merkel si è pronunciata in maniera piuttosto diretta: "Il terrorismo islamico è il nostro nemico comune". Prima di lei però si sono espressi personaggi che si sono limitati alle classiche parole di condanna. "Non c'è spazio per l'odio e la violenza nella nostra casa comune europea", ha dichiarato il premier Giuseppe Conte. A essere ambigua pure Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea: "Siamo più forti dell'odio e del terrore". Così come Laura Boldrini: "Il terrorismo è un male che va estirpato. L'Europa sia unita in questo obiettivo".

Ora ci si mette pure Luigi Di Maio: "Fermiamo gli sbarchi, è un problema di sicurezza nazionale". Intanto domenica sono sbarcati oltre 1600 immigrati.

Tranquilli però, Paolo Gentiloni ha in pugno una certezza: "L'Europa risponderà più forte e unita che mai. Non passeranno". Peccato siano già entrati, passando tra l'altro anche per l'Italia.

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