La vicenda di Willy Monteiro ha acceso un ampio dibattito nel Paese. Sono stati pochi quelli che non hanno espresso la loro opinione in merito e anche tra i volti noti c'è stata una netta condanna di quanto accaduto a Colleferro, comune della periferia romana. Il cordoglio per la morte di Willy Monteiro è unanime nel Paese ma ad alzare una voce in contro tendenza rispetto alle altre è Luca Bizzarri con un tweet "garantista" nei confronti dei quattro ragazzi accusati di aver ucciso di botte il giovane. Contro l'opinione dell'attore in queste ore si è scagliato il giornalista Andrea Scanzi.
"Facile pubblicare le foto di due (presunti) assassini e distanziarci dalla loro ferocia. Proviamo a capire dove ha origine, quale cultura manchi e quale sottocultura invece causi tragedie del genere. Perché vedo tutti tanto distanti da ciò che è avvenuto, ma qualcuno lo è meno", accusa Luca Bizzarri, quasi stigmatizzando l'onda di indignazione che ha attraversato il Paese da quando si è consumata la tragedia. Con un secondo tweet, in risposta a un utente che gli ha mostrato alcuni abominevoli post di odio contro Willy Monteiro, l'attore ha chiarito ancora meglio il suo pensiero: "Non c’è nessuna comprensione umana, se mai la ricerca delle cause. E il garantismo non è mio, è scritto sulla Costituzione. E i razzisti mi fanno schifo".Il discorso di Luca Bizzarri, in un Paese scosso dalla gravità dei fatti, hanno fatto molto rumore. La presunzione di innocenza invocata dall'attore non è piaciuta alla rete ma Bizzarri non ha fatto nessun passo indietro e ha ribadito la sua visione dei fatti. "Un assassino è 'presunto' fino a che un tribunale dice che è un assassino. Un Paese che fatica, o più spesso rinuncia, a comprendere questo concetto, non può migliorare", ha scritto poi Luca Bizzarri. Seguendo il filo del suo ragionamento, l'Italia sarebbe nella morsa di un cortocircuito logico, dove la società condanna quattro i quattro ritenuti responsabili del picchiaggio mortale senza che sia stato fatto un giusto processo, attuando metaforicamente il loro stesso comportamento: "Un popolo che vuol farsi giustizia da sé è un popolo senza giustizia. È un popolo, appunto, di picchiatori". Il post pubblicato su Twitter dall'attore ha scatenato violente polemiche tra gli utenti, che hanno coinvolto anche personaggi noti, tra i quali anche Andrea Scanzi.
In un post su Facebook in cui affronta la questione dal suo punto di vista, lo scrittore e giornalista de Il Fatto Quotidiano non manca di inserire un riferimento al primo tweet dell'attore: "È una vicenda che racchiude tutta la ferocia vile e abietta che può generare l’umanità più malsana. Un’umanità deviata che, addirittura, qualcuno ci dice ora di 'cercare di comprendere'. Ma comprendere cosa? Contestualizzare cosa? ". Andrea Scanzi conclude il suo post spostando il focus: da un lato Luca Bizzarri si appella al garantismo, garantito costituzionalmente, dall'altra andrea Scanzi le considera "letture giustificazioniste".
Andrea Scanzi non è l'unico ad aver contestato Luca Bizzarri. Tra le tante risposte al suo tweet si scorge anche quella di Simona Siri Gerstein, giornalista di importanti riviste di costume e quotidiani, anche internazionali. "La presunzione è di fronte alle legge, non la natura ontologica. Se uccidi, sei assassino. Se uccidi e vai in galera sei assassino di cui è stata dimostrata la colpevolezza.
Se uccidi e vieni assolto sei assassino di cui non si è dimostrata la colpevolezza, ma rimani assassino", ha scritto la giornalista. Luca Bizzarri non si è tirato indietro al confronto e ha replicato: "Sono d’accordo, ma qualcuno lo deve appurare se hai ucciso o no. Se vuoi lasciare questo compito a Twitter, auguri".
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