Lucca, celle distrutte e sputi a medico: protestano detenuti magrebini

Il segretario generale del Sappe rinnova la proposta di far scontare il carcere in patria per i sempre più numerosi detenuti stranieri che delinquono in Italia. "Sono oltre 20mila, troppo poche le espulsioni dal nostro Paese"

Lucca, celle distrutte e sputi a medico: protestano detenuti magrebini

Tensioni ed incidenti all'interno della casa circondariale di Lucca durante lo scorso fine settimana, ed a rendersene protagonisti sono stati ancora una volta dei detenuti extracomunitari.

La denuncia, unita all'ennesima richiesta di interventi urgenti e forti da parte delle istituzioni per arginare un problema in modo evidente del tutto fuori controllo, arriva dal segretario generale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe) Donato Capece.

I responsabili hanno dato vita ad una violenta protesta in carcere, definita dal segretario "scriteriata ed assurda", come riportato da "Lucca In Diretta". Delle intemperanze, verificatesi tra sabato e domenica scorsi, si sono resi autori due detenuti di etnia magrebina, reclusi all'interno della terza sezione della casa circondariale.

Il primo ha letteralmente devastato la cella, danneggiandone gli arredi ed arrivando a procurarsi delle "lesioni da taglio agli avambracci". Il secondo, un uomo di nazionalità tunisina nello specifico, ha anch'egli distrutto parte del mobilio del suo ricovero, sputando poi in faccia al medico che si stava occupando di visitarlo e prestargli le cure del caso.

"I pochissimi agenti in servizio hanno gestito con grande professionalità tali eventi. Ma non si può continuare a trascurare la struttura lucchese, oltre la grave carenza di sottufficiali e di agenti, attualmente sono presenti due ispettori e un sovrintendente in servizio a turno e tale mancanza è cronica", denuncia Capece."Il personale del turno è costretto a sobbarcarsi anche i piantonamenti di otto ore, e chi resta in istituto copre più posti di servizio mettendo a rischio la sicurezza. Nei turni notturni e serali sono impiegati 4 o 5 unità invece dei 10 o 11 previsti.", aggiunge ancora.

Una situazione problematica, che scoraggia anche gli agenti già impegnati nei turni e nella difficile gestione delle emergenze. "Tutto ciò porta a demotivare il personale di polizia penitenziaria in servizio, che oltre ad avere un età avanzata, è stanco e senza più stimoli. Quello di Lucca è un carcere che, seppur piccolo rispetto ad altri, non può continuare ad essere considerato inferiore agli altri".

L'attenzione del segretario generale si sposta poi nuovamente sull'allarme detenuti stranieri, ripetutamente protagonisti di aggressioni ed episodi di violenza, un fatto che non si può sottovalutare secondo Capece, il quale snocciola dati inequivocabili.

"È sintomatico che negli ultimi dieci anni ci sia stata un'impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15 per cento negli anni novanta sono passati oggi ad essere sistematicamente oltre 20mila. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo, sollecitiamo il governo ed il ministro della giustizia ancora una volta su una specifica criticità penitenziaria".

Capece rinnova la proposta di soluzioni mai realmente prese in considerazione dalle autorità competenti. "Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei paesi d'origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia. Il dato oggettivo è però un altro: le espulsioni di detenuti stranieri dall’Italia sono state fino ad oggi assai contenute, oserei dire impercettibili. Non solo.

La vigilanza dinamica ed il regime penitenziario aperto non favoriscono affatto la rieducazione di detenuti ma il concretizzarsi di gravi eventi critici. Rinnoviamo l’invito al guardasigilli affinchè sospenda ogni provvedimento in tal senso e convochi i sindacati per affrontare la questione penitenziaria, che è e rimane una emergenza.", conclude il segretario.

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