Dalla quota di pubblicità calcolata su base giornaliera e non più oraria all'obbligo di mostrare il 20% di film europei, sino alla fine del "geoblocking" per consentire di fare shopping online senza più discriminazioni basate su residenza o carta di credito, dall'ultimo modello di scarpe sino all'auto in affitto. È il doppio pacchetto sull'audiovisivo e l'e-commerce che il vicepresidente della Commissione europea Andrus Ansip sta limando in vista della discussione e dell'adozione da parte del Collegio il prossimo mercoledì.
Con la revisione della direttiva sui servizi audiovisivi si cambierà il sistema di calcolo della quota di pubblicità consentita in tv, passando da quello orario attualmente in vigore a uno giornaliero. Secondo la regolamentazione vigente, infatti, non è possibile superare i 12 minuti di pubblicità all'ora, pari al 20%. Con le nuove regole, la pubblicità non potrà superare complessivamente il 20% ma nell'arco dell'intera fascia oraria 7-23. Questo di fatto consentirà di programmare più spot durante il prime time della fascia serale.
L'obbligo di mostrare il 20% di film o produzioni europee in vigore per le tv sarà esteso anche alle piattaforme di video on demand: al momento quasi in ogni Paese Ue già esistono obblighi di questo tipo, solo che sono estremamente differenti da Paese a Paese variando dal 10% al 60%. Bruxelles vuole ora introdurre una soglia minima armonizzata al 20%, e riconoscere anche la possibilità di includere i contributi finanziari ai fondi nazionali per la produzione audiovisiva.
In verità, per piattaforme come Netflix o iTunes cambierà poco o nulla: la media di produzioni Ue diffuse in Europa è già per entrambi del 21%. Neanche in Italia ci saranno cambiamenti epocali, in quanto è già prevista dalla legislazione nazionale una quota del 20% di film e del 5% di contributi alle produzioni audiovisive.
Un giro di vite arriverà anche sulla protezione dei minori come già previsto per le trasmissioni televisive, mentre sarà reso più facile bloccare canali di propaganda violenta o estremista.
Stop anche alle limitazioni legate alla residenza che impediscono di fare liberamente shopping online, dal blocco dei pagamenti via carta di credito al rerouting obbligatorio verso il sito nazionale: da subito dovrà essere possibile acquistare beni materiali, dalle scarpe ai tablet, e i servizi forniti localmente come auto in affitto e hotel.
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