La Luiss rompe con Orsini: non rinnova il contratto e chiude l'Osservatorio

Contratto scaduto da due mesi con Eni e nessun rinnovo dell'Osservatorio sulla sicurezza internazionale per Alessandro Orsini alla Luiss

La Luiss rompe con Orsini: non rinnova il contratto e chiude l'Osservatorio

La crescita esponenziale della visibilità mediatica di Alessandro Orsini, principalmente in conseguenza alle sue discutibili posizioni filorusse, ha creato ben più di qualche malumore tra i ricercatori dell'università Luiss. Qui, Alessandro Orsini ricopre il ruolo di professore associato. Molti i malumori di chi ora non vuole più avere il suo nome associato a quello della prestigiosa università romana. Ma nelle ultime ore l'ateneo ha deciso di chiudere l'Osservatorio sulla sicurezza internazionale avviato in collaborazione con l'Eni. L'unico motivo addotto per questa decisione, nella stringata nota rilasciata dalla Luiss, è la scadenza del contratto e la decisione di non procedere con il rinnovo.

"La Luiss comunica che l'accordo di collaborazione con Eni per la realizzazione dell'Osservatorio sulla Sicurezza internazionale, affidato dall'Ateneo al professor Alessandro Orsini, è giunto a scadenza da circa due mesi e non verrà rinnovato. Per questa ragione, i canali di comunicazione dell'Osservatorio, incluso il sito internet 'Sicurezza internazionale', da oggi non sono più attivi", si legge nella nota. Poche parole asciutte e concise per mettere fine al progetto seguito da Alessandro Orsini, che continua a essere professore associato di Sociologia del terrorismo internazionale.

È sicuramente solo una coincidenza che la comunicazione dell'università Luiss sia arrivata il giorno dopo una delle più accese polemiche che hanno travolto Alessandro Orsini. Ospite di Accordi e Disaccordi, per spiegare dal suo punto di vista i problemi di nuove adesioni alla Nato, il professore ha fatto un paragone con la seconda guerra mondiale, affermando che Adolf Hitler non avrebbe voluto scatenarla, ma che fu colpa degli accordi tipo "articolo 5" del patto della Nato.

"Quando Hitler invase la Polonia non voleva la Seconda Guerra Mondiale. Non è scoppiata perché Hitler a un certo punto ha deciso deliberatamente di attaccare l'Inghilterra, la Francia, la Polonia e la Russia. Hitler non aveva nessuna intenzione di far scoppiare la guerra mondiale. È successo che i Paesi europei hanno creato delle alleanze militari, ognuno delle quali conteneva un articolo 5 della Nato, cioè un articolo che prevedeva, nel caso di attacco da parte di un Paese straniero, che tutti i membri della coalizione sarebbero entrati in guerra", ha detto Alessandro Orsini nel suo intervento ad Accordi e Disaccordi.

Lo scorso 4 marzo, l'università Luiss prese piena posizione in favore dell'Ucraina e invitò "chi ha responsabilità di centri di eccellenza come l'Osservatorio sulla sicurezza internazionale", quindi proprio Alessandro Orsini, "ad attenersi al rigore scientifico dei fatti, senza lasciar spazio a pareri di carattere personale che possano inficiare la reputazione dell'ateneo". Il Corriere della sera riferisce che la Luiss si sarebbe rivolta a un noto costituzionalista per capire in che modo gestire il rapporto con il professore, alla luce dei malumori attorno alla sua figura per le sue esternazioni.

Intanto, è arrivata una prima presa di posizione da parte di un altro influente esponente della comunità accademica dell'università Luiss.

Claudio Velardi, noto giornalista e saggista, con un tweet ha annunciato la sua volontà di lasciare l'insegnamento presso l'ateneo: "Da molti anni insegno in un master Luiss, vergognandomene un po' perché non mi sento mai all’altezza, ma piuttosto fiero di essere parte di un network di qualità. Ho deciso di non farlo dal prossimo anno. È il momento di compiere qualche piccolo gesto di ribellione civile". Orsini non viene mai nominato ma per molti la causa è proprio lui.

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