Macerata, vittima Traini perde accoglienza: ora in mezzo alla strada

La protesta di Mohammad Touré, la vittima più grave di Luca Traini, uscito dal programma d'accoglienza. "Non mi aspettavo che il Paese ospitante mi avrebbe anche buttato in mezzo a una strada, dopo che già sono stato ridotto in fin di vita per motivi razziali"

Macerata, vittima Traini perde accoglienza: ora in mezzo alla strada

Si torna a parlare di Macerata e del raid punitivo di Luca Traini, che nel febbraio 2018 sparò contro alcuni extracomunitari, ferendone sei, in seguito al terribile omicidio di Pamela Mastropietro.

Ad intervenire, adesso, è una delle vittime della sparatoria messa in atto dal 29enne di Tolentino, ora chiuso dietro le sbarre. Ripresosi dalle ferite riportate in seguito all'agguato, il 26enne maliano Mohammad Touré si è visto revocare tutti i diritti garantiti dal sistema di accoglienza, in quanto titolare di un semplice permesso di soggiorno per motivi umanitari. Proprio perché in possesso di questo documento, Touré non potrà neppure beneficiare del permesso di soggiorno per motivi di giustizia (per poter essere presente durante le fasi del processo a Traini), sul quale invece faceva affidamento.

Parlando a "Il Resto del Carlino", il giovane maliano si mostra dunque deluso ed amareggiato. "Non mi aspettavo che, scappato da una zona di guerra in Mali, il Paese ospitante mi avrebbe anche buttato in mezzo a una strada, dopo che già sono stato ridotto in fin di vita per motivi razziali".

Touré fu una delle vittime più gravi di Traini, come ricorda il suo legale Gianfranco Borgani. Raggiunto dai proiettili al torace ed all'addome, fu operato d'urgenza e rimase ricoverato per 16 giorni. "Era stato anche in Rianimazione, ha sofferto molto" spiega Borgani, come riportato dal sopra citato quotidiano. "Adesso sta un po’ meglio, però ha perso il diritto a vitto e alloggio in quanto lo Sprar non è più compatibile con la tipologia del suo permesso di soggiorno. E così, oltre a non aver visto un euro di risarcimento, adesso non ha più diritto a una casa né a nulla".

Perduta l'accoglienza, Touré ha dovuto lasciare la struttura ricettiva di Macerata amministrata dal Gus, dove era ospite, ed ora si trova letteralmente in mezzo alla strada. "Si arrangia dormendo da amici, mangia da loro, va avanti come può. In tasca non ha un soldo", insiste l'avvocato.

"Ha provato a cercare lavoro ed è disposto a tutto ma, tra le difficoltà della lingua e quelle per il trauma, e con il fatto che il permesso di soggiorno è precario (scadrà l’estate del prossimo anno) finora non ha trovato nulla. Togliendolo da lì, viene meno ogni progettualità di vita per lui. Quanto al ricorso, c’è tempo fino a metà giugno per presentarlo al Tar, valuteremo se ne vale la pena".

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