Mafia Capitale nel restauro della sala comunale romana: cinque nuovi arresti

Altre cinque persone finiscono in manette a Roma. Le indagini riguardano nuove gare "truccate" aggiudicate dall'imprenditore Fabrizio Amore

Mafia Capitale nel restauro  della sala comunale romana: cinque nuovi arresti

Continua a tremare la Capitale. Tra le nuove gare "truccate" finite nel mirino degli investigatori c'è anche quella relativa al restauro dell'aula Giulio Cesare del palazzo Senatorio, dove si riunisce il consiglio comunale romano. Così in mattinata sono stati eseguiti altri cinque arresti dal Comando di Unità speciali della Guardia di finanza su ordinanza di custodia cautelare. Una sesta persona, che sarebbe dovuta finire in manette, è deceduta di recente. Tra gli indagati c'è pure un alto dirigente in servizio alla Sovrintendenza dei beni culturali di Roma Capitale che avrebbe favorito l'imprenditore romano Fabrizio Amore nell'iter procedurale per l'aggiudicazione di gare pubbliche. Imprenditore, coinvolto nell'inchiesta "mafia capitale". e imprenditore che, dalle attività di indagine condotte, dimostrava di essere più che sicuro dell'aggiudicazione della gara, avendo stipulato contratti ed effettuato pagamenti in acconto ai subappaltatori, alcuni giorni prima dell'apertura delle buste contenenti le offerte.

In sostanza, il pactum sceleris ha fatto sì che fossero invitate alla procedura di gara esclusivamente società riconducibili allo stesso soggetto. La rete di conoscenze che l'imprenditore vanta all'interno degli uffici di Roma Capitale sarebbe estesa e ramificata. Tramite sue società, controllate da società lussemburghesi, infatti, ha concesso in locazione al comune due strutture residenziali in zona Ardeatina per la gestione delle emergenze abitative.

Il comune di Roma, sottolineano gli investigatori, ha pagato per diversi anni canoni di locazione decisamente elevati, pari a circa 2.250 euro al mese, per ogni mini appartamento. Nel corso delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma si è anche accertato che alcune unità immobiliari, anziché essere destinate alle emergenze abitative, così come previsto nel contratto di locazione, sono state utilizzate dall'imprenditore per fini privati.

Gli investigatori hanno così ricostruito un'imponente evasione fiscale, per oltre 11 milioni di euro, posta in essere da Amore e dai suoi collaboratori, attraverso un gruppo di società residenti, controllate da imprese estere con sede in Lussemburgo. A seguito dell'esecuzione di intercettazioni telefoniche e di numerose perquisizioni nelle sedi di imprese, studi legali e commercialisti, ma anche in abitazioni private, sono stati acquisiti numerosi elementi di prova relativi alla riconducibilità delle società interessate a Fabrizio Amore.

Associazione per delinquere, truffa aggravata e continuata in danno del comune di Roma, falso, turbativa d'asta, emissione e utilizzo di fatture false, indebite compensazioni d'imposta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte con l'aggravante del reato transnazionale, commesse principalmente tra Roma e

Lussemburgo, sono i reati contestati a vario titolo agli indagati.

Per altre venti persone è scattata la denuncia all'Autorità giudiziaria. E tre società sono state segnalate per la responsabilità amministrativa dipendente da reato.

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