I magistrati non vogliono trasferirsi a Bari e Foggia e dalla Calabria l'esodo dei giudici appare inarrestabile. Così il Csm lancia l'allarme.
"Un problema serio del quale il Consiglio superiore della magistratura ed il ministro si devono fare carico" ha dichiarato alla "Gazzetta del Mezzogiorno" il consigliere del Csm Ciccio Zaccaro. Si chiede di "ripensare complessivamente, insieme al ministro della Giustizia, la materia degli incentivi".
Incentivi o no, la prima cosa che viene da pensare è che sembra venir meno quello spirito di servizio che spingeva chi entrava in magistratura a servire lo Stato e i cittadini proprio in quelle zone del Paese dove più aspro era lo scontro con la malavita. Fare il giudice dovrebbe essere una scelta di vita. Lo è ancora?
Il problema pare non riguardi solo i due tribunali pugliesi e quelli di Reggio Calabria e Catanzaro, ma anche le sedi giudiziarie di Messina, Caltanissetta e Napoli Nord (Aversa). Quindi un po' tutto il Mezzogiorno.
Ci si sta già muovendo per risolvere il problema, anzitutto con la sospensione dei trasferimenti dagli uffici giudiziari particolarmente disagiati, per evitare che si aggravi la situazione di scopertura degli organici. Lo prevede una delibera, presentata con procedura d'urgenza dalla terza commissione del Consiglio superiore della magistratura e approvata dal plenum. "La terza Commissione - ha spiegato il presidente, il togato di Unicost Michele Ciambellini - ha deciso di sospendere alcuni trasferimenti da Uffici che si scoprirebbero eccessivamente e in particolare di bloccare i tramutamenti dalle procure di Barcellona Pozzo di Gotto, Caltanissetta, di Benevento e di Termini Imerese per evitare un'eccessiva emorragia di magistrati da questi uffici giudiziari di frontiera".
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