Marò, l'India non molla: ​"Vogliamo processarli"

L'India non molla la presa sui nostri marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. E adesso torna a chiedere di poter processare i due marò

Marò, l'India non molla:  ​"Vogliamo processarli"

L'India non molla la presa sui nostri marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Di fatto una fonte governativa indiana lascia intendere che la battaglia legale per poter processare i fucilieri di Marina in India non si fermerà. "Abbiamo la ragione dalla nostra parte", ha sostenuto la fonte, come riporta il Times of India. "Di conseguenza siamo stati comprensivi con i marò italiani. La Corte suprema ha consentito loro di tornare a casa ’in base a ragioni umanitarie fino a quando la questione non sarà risolta dalla Corte permamente e abbiamo anche alleviato alcune condizioni di detenzione nonostante l’accusa nei loro confronti fosse grave. Al contrario l’Italia ha ingannato la Corte Suprema indiana e la comunità internazionale". Massimiliano Latorre è in Italia da tre anni, Salvatore Girone è arrivato nel maggio dell’anno scorso; entrambi attendono, con moglie e figli, l’esito dell’arbitrato internazionale chiamato a pronunciarsi sulla giurisdizione del caso.

Il governo di New Delhi ha sostenuto davanti alla Corte Permanente di Arbitrato dell’Aja che le spetta di poter giudicare i due fucilieri di Marina, rimasti implicati nella morte di due pescatori indiani al largo delle coste del Kerala. L’avvocato di New Delhi ha detto ai giudici che è l’India ad "avere la giurisdizione sui militari italiani, che commisero un omicidio a bordo del peschereccio indiano At.Antony, a Kollam, in Kerala, all’interno della zona economica esclusiva dell’India".

Secondo il Times of India, il governo ha anche presentato un dettagliato contro-memoriale sulla vicenda in risposta a quello depositato dall’Italia, il 30 settembre dell’anno scorso, davanti al tribunale arbitrale

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