Marò, qualcosa si muove: ora si va verso l'arbitrato

Fonti vicine al governo indiano confermano: "Obbligati a accettare l'arbitrato internazionale"

Marò, qualcosa si muove: ora si va verso l'arbitrato

La vicenda dei due fucilieri di Marina italiani bloccati in India sembrerebbe andare verso la celebrazione di un arbitrato internazionale, come chiesto dall’Italia, per il quale l’India non avrebbe altra scelta che adeguarsi. Lo hanno detto oggi al quotidiano Hindustan Times fonti vicine a quanti debbono prendere una decisione al riguardo.

In particolare un responsabile del ministero dell’Interno indiano ha spiegato che "l’Italia ha formalmente chiesto un arbitrato internazionale nel caso dei due fucilieri (Massimiliano Latorre e Salvatore Girone) nell’ambito della Convenzione dell’Onu sul diritto del mare (Unclos). L’India - ha proseguito la fonte - è firmataria di tale Convenzione che con l’articolo 287 fornisce metodi di soluzione delle dispute. E il presupposto legale di base è che se una parte in una vertenza cerca un arbitrato, l’altra dovrà dare il suo accordo".

Il caso è all’esame della Corte Suprema, ricorda il giornale, e il governo indiano ha richiesto un parere legale al riguardo, mentre domenica vi sarà una nuova riunione di rappresentanti dei ministeri di Interni, Esteri e Giustizia, per definire una posizione da presentare nella prossima udienza della Corte.

Riguardo alla scadenza, il 15 luglio, della autorizzazione per Latorre di restare in Italia per seguire terapie legate all’ictus subito il 31 agosto scorso, il giornale sostiene che i suoi legali hanno presentato
una istanza alla Corte Suprema in cui chiedono che il fuciliere possa restare in Italia, dato anche che il governo italiano ha chiesto una arbitrato internazionale. La questione, conclude il quotidiano, dovrebbe essere esaminata dalla Corte Suprema la settimana prossima.

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