"Marchionne? Non per il fumo. Ecco di cosa è morto"

Melania Rizzoli spiega di cosa si tratta il sarcoma, la malattia di cui forse era affetto Sergio Marchionne, e le complicanze che possono essere sorte durante l'operazione

"Marchionne? Non per il fumo. Ecco di cosa è morto"

Un lungo articolo, pubblicato su Libero, per provare a dare una spiegazione scientifica alla morte, prematura, di Sergio Marchionne. Melania Rizzoli, assessore in Regione Lombardia e medico chirurgo esperto in oncologia, ha provato a analizzare e spiegare, scientificamente, cosa può essere successo all'ex ad di Fca quando ha scoperto la "grave malattia" che lo ha colpito fino al giorno dell'operazione conclusa nel peggiore dei modi.

Si è tanto parlato, nei giorni in cui Marchionne lottava tra la vita e la morte, di quale fosse il motivo di quelle "complicazioni post operatorie" di cui aveva parlato il comunicato di Fca. Alcuni avevano ipotizzato che la causa di tutto fossero le sigarette, lasciando intendere che l'ex ad soffrisse di cancro. L'ospedale universitario di Zurigo, nel suo comunicato post mortem si è limitato a spiegare che Marchionne era loro paziente da più di un anno. Per il direttore di Lettera 43 a uccidereil manger sarebbe stato un sarcoma, di tipo invasivo.

"Questo tipo di neoplasia - spiega la Rizzoli - non deriva dal corrispettivo tumore benigno come spesso accade nei carcinomi, ma nasce già con le caratteristiche di elevata malignità, ed è una patologia insidiosa, invasiva, altamente infiltrante, che metastatizza rapidamente, principalmente per via ematica, ma anche per diffusione linfatica, grazie alle strette interconnessioni tra il sistema vascolare e linfatico". Si tratta di una patologia che attacca l'1% dei 1,5 milioni di diagnosi di cancro che ogni anno vengono redatte.

"La patologia è subdola - spiega Rizzoli - si può manifestare inizialmente con la presenza di una tumefazione simile a un livido, che generalmente viene attribuita ad una contusione o a un trauma del quale non si ha ricordo". Poi però non passa e "dal momento che il sarcoma può comparire come una massa tumorale che si sviluppa in profondità nel corpo, la sua scoperta può avvenire dopo che il paziente lamenta dolore da compressione di un organo o di un nervo, o scopre perdite di sangue, quando è troppo tardi, perché il sarcoma cresce rapidamente, e presto dà segni della sua maligna presenza".

A portare alla morte Marchionne, dunque, non sarebbe stato il fumo. Ma le complicazioni di una operazione in sé molto complessa. Il problema vero sorge quando la zona colpita non è amputabile. "La famiglia di Sergio Marchionne ha smentito che la causa di morte fosse dovuta ad un tumore - aggiunge la Rizzoli - attribuendola ad un arresto cardiaco, ma il direttore di Lettera 43, Paolo Madron, ha fornito una ricostruzione esclusiva della malattia che lo ha portato sul tavolo operatorio, rivelando che il Ceo di Fca 'soffriva di forti dolori alla spalla ed assumeva del cortisone nel tentativo di lenirli'".

Durante l'operazione il manger sarebbe stato coplito, scriveva sempre il direttore di Lettera 43, da una embolia che lo avrebbe costretto poi a due arresti cardiaci, come trapelato in questi giorni. "L' evento finale con il quale di fatto si certifica la morte fisica in tutti i decessi", scrive la Rizzoli. Ovviamente ogni "intervento chirurgico, anche il più semplice, di norma ha un suo rischio calcolato, per il quale oggi si richiede al paziente di firmare il consenso informato prima dell'anestesia, ma fortunatamente succede rarissimamente che ad un paziente si fermi il cuore e che il suo battito venga riattivato sul tavolo operatorio durante l'operazione, o che sviluppi un'embolia durante l'intervento, come pare sia accaduto a Marchionne.

L'evento determinante la tragedia, in casi come questi, può essere un errore umano o un accidente vascolare o cardiaco non previsto, oppure un cedimento d' organo, insomma quello che da noi medici viene definito una complicanza grave e non prevedibile, e che nel gergo popolare è tradotto con il termine di sfortuna".

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