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Cappato: "Assolvetemi per il suo diritto a morire o condannatemi"

Il tesoriere dell'associazione Luca Coscioni commenta la richiesta di assoluzione presentata dai pm

Cappato: "Assolvetemi per il suo diritto a morire o condannatemi"

Nell'ultima udienza del processo, i pm hanno chiesto l'assoluzione per Marco Cappato perché il suo comportamento sarebbe stato irrilevante. Proprio su questo punto, il tesoriere dell'associazione Luca Coscioni non è d'accordo.

È notizia di poche ore la richiesta di assoluzione per Marco Cappato da parte dei pm Sara Arduini e Tiziana Siciliano. I pubblici ministeri, nell'ultima udienza del processo, hanno spiegato che il comportamento di Cappato non ha violato il codice penale, perché Dj Fabo aveva maturato autonomamente e irrevocabilmente la sua decisione di porre termine a una vita intollerabile. E il ruolo di Cappato non ebbe quindi alcun peso nella decisione e nella sua esecuzione.

Proprio sulle motivazioni fornite dai pm si scaglia il tesoriere dell'associazioni Luca Coscioni. "Se dovesse maturare la possibilità di definire irrilevanti le mie condotte, vi dico che preferirei una condanna - ha argomentato nell'ultimo appello ai giudici - perché con quella motivazione un'assoluzione aprirebbe la strada a qualcosa che nessuno può volere e cioè alla possibilità che l'assistenza alla morte volontaria dipenda dal poter andare in Svizzera. Se Fabiano fosse stato residente a Catania non avrebbe potuto andare in Svizzera e nemmeno se non avesse avuto 12mila euro a sua disposizione".

Il leader Radicale ha poi aggiunto: "Fabiano quando ha deciso di rendere pubblica la sua storia lo ha fatto senza proporsi come modello di nulla ma pensando che altre persone nelle stesse condizioni potessero fare scelte opposte alle sue".

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