Marco Lillo attacca Renzi: "Cialtrone, sulla querela sa di mentire"

Il giornalista del Fatto: "L'ex premier mi accusa di aver utilizzato la clausola di riservatezza, ma il risarcimento fu pattuito con L'Espresso, non con me. E lui lo sa"

Marco Lillo attacca Renzi: "Cialtrone, sulla querela sa di mentire"

Un attacco senza precedenti, dai toni offensivi e quasi insultanti. Il giornalista del Fatto Quotidiano Marco Lillo non le ha certo mandate a dire al segretario del Pd Matteo Renzi, durante la puntata odierna di 24 Mattino-Attenti a noi due su Radio 24.

Per Marco Lillo l'ex premier è "un cialtrone, un ometto che mente sapendo di mentire". Il motivo di tanto astio? Nei giorni scorsi Renzi lo aveva accusato di aver utilizzato, in passato, una clausola di riservatezza per non rivelare alcune informazioni su una causa per diffamazione intentatagli proprio dall'esponente dem e che si era risolta con un risarcimento extragiudiziario a favore dell'ex premier.

Per il giornalista però, che all'epoca dei fatti contestati (era il 2008, ndr) lavorava all'Espresso, Renzi non strinse l'accordo con lui ma con Carlo De Benedetti, accettando la clausola di riservatezza per poter ricevere il risarcimento.

Secondo Lillo il segretario Pd ne sarebbe stato consapevole: "Io e Renzi - dice Lillo - ci siamo incontrati nel 2012 e in quella occasione mi disse altre cose. Renzi è un ometto ma deve sapere che io ho traccia di quella conversazione"

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