Un masai al fiume, l'altro in giro. "So chi ha tradito Silvia Romano"

La sicurezza della giovane cooperante nel villaggio di Chakama era garantita da due masai. Al momento del rapimento però non erano con lei

Un masai al fiume, l'altro in giro. "So chi ha tradito Silvia Romano"

Per nove ore i carabinieri del Ros hanno perquisito la sede della onlus Africa Milele che aveva organizzato il viaggio di Silvia Romano in Kenya. La procura di Roma, che ha aperto un'inchiesta sul sequestro della ragazza, è ora in cerca di risposte: con quali garanzie e coperture assicurative la giovane è stata mandata in Africa a novembre del 2018? Per fare luce su quanto accaduto nel villaggio di Chakama e sulle condizioni di sicurezza della ragazza, gli investigatori hanno acquisito la documentazione relativa all'organizzazione che ha sede a Fano e recuperato anche del materiale informatico contenuto in computer e telefoni.

La presidente della Ong, Lilian Sora, ha spiegato agli inquirenti che la giovane aveva sostenuto un colloquio e compilato un questionario seguendo un corso online. Quando la 25enne è partita per l'Africa però non era stata ancora stipulata l'assicurazione contro malattie e infortuni. Dopo il rapimento della giovane, la donna era stata ascoltata più volte dalle autorità alle quali aveva spiegato che "non c'era ancora stato il tempo materiale per fare la polizza". Sora ha però sottolineato più volte che la ragazza in Kenya era sempre rimasta in compagnia di due "masai armati di machete" (il marito di Sora e un altro addetto locale). Il sequestro sarebbe quindi avvenuto in un momento in cui si sarebbe creato un "buco organizzativo": quando la giovane è stata portata via da Chakama, un masai si trovava al fiume e l'altro in giro per il villaggio. I due avevano quindi lasciato Silvia Romano da sola ed è proprio in quel momento che i rapitori avrebbero agito.

La 42enne marchigiana fondatrice della onlus ha inoltre riferito che fino a 20 minuti prima dell'assalto aveva parlato al telefono con la giovane. Non solo. Come riporta il Messaggero, Sora ha aggiunto di sapere chi avrebbe spiato e tradito la volontaria. Affermazioni importanti che potrebbero portare ad una svolta. "Sospetto che alcuni componenti del commando abbiano dormito vicino alla nostra casa, prima del rapimento", aveva già dichiarato la donna.

Intanto la famiglia Romano ha accusato Lilian Sora di aver mandato la loro figlia in Africa "allo sbaraglio".

Una linea condivisa anche da chi conosce bene la Ong e parla di giovani cooperanti esposte in diverse circostanze a situazioni rischiose. Ora l'inchiesta della procura di Roma è al lavoro per cercare di fare più luce possibile sul sequestro della volontaria milanese rapita nel 2018 in Kenya e rilasciata in Somalia lo scorso 9 maggio.

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