La magistratura italiana è "corporativa", minata da correnti trasformatesi in "macchine di potere" e gravata da strutture organizzative "fossilizzate". Parola di Gustavo Zagrebelsky, intervenuto a margine della presentazione del suo libro "Liberi servi" presso il Liceo scientifico "Leonardo da Vinci" di Maglie, in provincia di Lecce.
L'ex giudice costituzionale, in un'intervista in edicola oggi con la Gazzetta del Mezzogiorno, ammette le magagne del sistema giudiziario italiano: "«All’epoca di Mani Pulite, il potere giudiziario era sostenuto dal consenso popolare: era un’epoca in cui la magistratura stava agendo in consonanza con una parte dell’opinione pubblica. Bisogna considerare che la magistratura è un corpo professionale, che negli ultimi decenni si è corporativizzata."
"Questo ha minato la fiducia nella magistratura, che tra l’altro patisce nell’opinione pubblica la cattiva qualità della legislazione", ha concluso l'ex presidente della Corte Costituzionale.
Da sempre Zagrebelsky è stato fra i
più accesi difensori dell'autonomia e dell'indipendenza del potere giudiziario, di cui è stato fra i massimi esponenti per molti anninni. Ora, però, sembra che abbia trovato delle buone ragioni per fare mea culpa.
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