Melendugno, i No Tap danneggiano gli antichi muri a secco

Le forze dell'ordine accusano: "Le pietre da usare nelle proteste"

Melendugno, i No Tap danneggiano gli antichi muri a secco

Ancora una notte di tensione nelle campagne di Melendugno, in provincia di Lecce. Le strade che conducono al cantiere Tap, già liberate nel pomeriggio di ieri dal Comune, sono state nuovamente sbarrate dagli attivisti No Tap con sassi prelevati dai secolari muretti a secco. Così le antiche costruzioni, emblema come gli ulivi del territorio pugliese, continuano ad essere gravemente danneggiate, in molti casi in modo irreversibile.

Il comitato "No Tap" è contrario alla costruzione della parte terminale del gasdotto Trans adriatic pipeline, il progetto che permetterà il trasporto di gas naturale dalle regioni del Mar Caspio in Europa. I "No Tap" manifestano da molto tempo il loro dissenso e negli ultimi dodici mesi hanno cercato, con proteste di ogni tipo, di fermare i lavori del cantiere a Melendugno, dove passeranno i tubi pieni di gas. Un gruppo di persone che si batte "perché il territorio venga preservato, perché sia difesa la bellezza, appunto, degli ulivi e dei muretti a secco che delimitano le campagne di terra rossa del Salento". Ma c'è una contraddizione. "Nelle ultime ore le strade che conducono al cantiere sono state cosparse da chiodi a tre punte, peraltro anche camuffati sotto piccoli cespuglietti di erba, ed ostruite con sassi prelevati dai secolari muretti a secco, andati completamente distrutti", accusa la Questura di Lecce che sta visionando le immagini al fine di individuare i responsabili di questi fatti illegali e denunciarli alla procura della Repubblica di Lecce.

"In particolare, nelle prime ore di questa mattina una cinquantina di attivisti No Tap, tra cui anche appartenenti all'area antagonista, mascherati ed armati di pietre - spiega la Polizia - hanno presidiato, anche con barriere create da materiale in acciaio e plastica, rinvenuto nei pressi della recinzione del cantiere, gli unici cancelli che non erano stati bloccati, come detto, da sassi appositamente posizionati per evitare il passaggio dei mezzi di cantiere. Il blocco è stato compiuto con un'azione violenta perché gli attivisti hanno in più punti del cantiere ed in più momenti preso di mira le forze dell'ordine che, per motivi di sicurezza, si sono dovuti riparare nelle proprie auto di servizio, con delle sassaiole". Questa azione "violenta" non ha consentito il lavoro agli operai e, addirittura, "ha ritardato il cambio delle pattuglie dell'Alma Roma e delle Forze di Polizia che, peraltro, sono state 'sequestrate' - continua - all'interno del cantiere stesso, dal momento che tutte le strade erano, come detto, inaccessibili per la presenza di chiodi e sassi. Tale condizione di inoperatività ha imposto di allontanare dall'ingresso gli attivisti e consentire, anche se con grosse difficoltà, il cambio delle pattuglie impiegate nei servizi di vigilanza".

Il Movimento "No tap" denuncia due feriti tra i manifestati, tra i quali una signora accompagnata in ospedale. Anche tra le forze dell'ordine e la vigilanza dovrebbero esserci dei contusi ma il loro numero è imprecisato.

La Questura di Lecce, ieri, ha richiesto l'intervento della Polizia Locale di Melendugno, competente in materia di viabilità sulle strade comunali, "per rimuovere gli impedimenti fisici posti dagli attivisti sulle predette vie comunali adiacenti il cantiere, rimossi soltanto dopo i fatti di questa mattina".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica