Stasera, mentre si concludono le nostre celebrazioni del Mese della Storia dei Neri, non possiamo che riflettere sul cammino della nostra nazione sulla via dei diritti civili e del lavoro che resta da compiere. (...) Stasera, sono qui per trasmettere un messaggio di unità e forza, un messaggio che vi trasmetterò dal profondo del cuore. Sta ora per aprirsi un nuovo capitolo della grandezza americana. (...) Tra nove anni, gli Stati Uniti celebreranno il duecentocinquantesimo anniversario della nostra fondazione, 250 anni dal giorno in cui dichiarammo la nostra indipendenza. Ma che aspetto avrà l'America al raggiungimento del nostro duecentocinquantesimo anno? Che tipo di Paese lasceremo ai nostri figli? Non permetterò che gli errori di decenni recenti definiscano il corso del nostro futuro. Troppo a lungo abbiamo osservato la nostra classe media assottigliarsi man mano che esportavamo lavori e ricchezze in Paesi stranieri. Abbiamo finanziato e costruito un progetto globale dietro l'altro, ignorando però i destini dei nostri figli nei bassifondi di Chicago, Baltimora, Detroit e di molti altri posti in tutto il nostro Paese. Abbiamo difeso i confini di altre nazioni, peraltro lasciando spalancati i nostri, consentendo a chiunque di attraversarli e alla droga di riversarsi nel nostro Paese in quantitativi che non avevano precedenti. E abbiamo speso trilioni di dollari all'estero, mentre le nostre sovrastrutture in patria andavano in malora. Poi, nel 2016, la terra si è spostata sotto i nostri piedi. La rivolta è iniziata sotto forma di protesta sommessa, espressa da famiglie di tutti i colori e di tutte le fedi, famiglie che volevano semplicemente una speranza per i loro figli e qualcuno che desse ascolto alle loro preoccupazioni. (...) Più di ogni altra cosa, manterremo le promesse fatte al popolo americano. È passato poco più di un mese dall'inaugurazione della mia presidenza e voglio approfittare di questo momento per aggiornare la nazione sui passi avanti fatti nel mantenimento di tali promesse. Dal giorno della mia elezione, Ford, Fiat-Chrysler, General Motors, Sprint, Softbank, Lockheed, Intel, Walmart e molti altri hanno annunciato che investiranno miliardi di dollari all'interno degli Stati Uniti e che creeranno decine di migliaia di nuovi posti di lavoro americani. Il mercato azionario ha guadagnato quasi tre trilioni di dollari dall'8 novembre, giorno delle elezioni: un record. (...) La mia amministrazione ha risposto alle richieste urgenti del popolo americano, che vuole controllo dell'immigrazione e confini sicuri. Mettendo finalmente in pratica le nostre leggi sull'immigrazione, innalzeremo i salari, aiuteremo i disoccupati, risparmieremo miliardi di dollari e renderemo sicure per tutti le nostre comunità. Vogliamo che tutti gli americani abbiano successo, ma ciò non può avvenire in un ambiente dominato dal caos e dall'assenza della legge. (...) Dobbiamo restituire integrità e legge ai nostri confini. Per tale ragione, presto daremo il via alla costruzione di un grande muro lungo il nostro confine meridionale. I lavori inizieranno prima di quanto previsto e, una volta finiti, si tratterà di un'arma molto efficace contro la droga e il crimine. Inoltre, stiamo prendendo misure forti per proteggere la nostra nazione dal terrorismo islamico radicale. (...) Non possiamo permettere che il nostro Paese diventi un porto sicuro per gli estremisti. Ecco perché la mia amministrazione sta lavorando su migliori procedure di controllo. Presto faremo passi nuovi per mantenere la nostra nazione in sicurezza e per tenere fuori chi sia intenzionato a farci del male. Come promesso, ho dato istruzione al Dipartimento della Difesa di sviluppare un piano per distruggere completamente l'Isis, una rete di selvaggi senza legge che hanno trucidato musulmani e cristiani, uomini, donne e bambini di tutte le fedi e credenze. Opereremo insieme ai nostri alleati, tra cui i nostri amici e alleati del mondo musulmano, per spazzare via questo vile nemico dal nostro pianeta. Ho, inoltre, imposto nuove sanzioni a entità e individui che sostengono il programma di missili balistici dell'Iran e ho riaffermato la nostra alleanza infrangibile con lo Stato di Israele. (...) Stasera, mentre abbozzo i prossimi passi da compiere come nazione, dobbiamo accettare in maniera onesta le circostanze da noi ereditate. Novantaquattro milioni di americani sono al di fuori della forza lavoro. Oltre quarantatré milioni di persone oggi vivono in povertà e oltre quarantatré milioni di americani sopravvivono grazie ai buoni viveri. Più di una persona su cinque negli anni lavorativi migliori non lavora. Abbiamo la ripresa finanziaria peggiore degli ultimi sessantacinque anni. Negli ultimi otto anni, la precedente amministrazione ha creato debiti nuovi superiori a quasi tutte le altre presidenze messe insieme. Da quando è stato approvato il Nafta, abbiamo perso più di un quarto dei posti di lavoro del nostro sistema manifatturiero e, da quando, nel 2001, la Cina è entrata a far parte dell'Organizzazione mondiale del commercio, abbiamo perso sessantamila fabbriche. L'anno scorso, il nostro deficit commerciale con il mondo è stato pari a quasi 800 miliardi di dollari. E, fuori dal Paese, abbiamo ereditato una serie di disastri tragici in politica estera. Per risolvere tali disastri e altri numerosi problemi urgenti, dovremo lavorare superando le differenze di partito. Secondo l'Accademia nazionale delle scienze, il nostro attuale sistema dell'immigrazione costa ai contribuenti americani molti miliardi di dollari all'anno. Prendere le distanze dall'attuale sistema fondato su immigrati dalle basse competenze e, al contrario, adottare un sistema fondato sul merito avrà molti vantaggi: farà risparmiare una montagna di dollari, innalzerà nuovamente i salari dei lavoratori e aiuterà le famiglie in difficoltà, comprese le famiglie degli immigrati, a entrare a far parte della classe media. Credo che una riforma reale e positiva dell'immigrazione sia possibile se teniamo presenti i seguenti obbiettivi: migliorare i posti di lavoro e i salari per gli americani, rafforzare la sicurezza della nostra nazione e ripristinare il rispetto per le nostre leggi. Se a guidarci è il benessere dei cittadini americani, allora sono convinto che repubblicani e democratici possano lavorare insieme per ottenere un risultato che da decenni sfugge al nostro Paese. È stato un altro presidente repubblicano, Dwight D. Eisenhower, a dare avvio all'ultimo davvero formidabile programma di infrastrutture nazionali, la costruzione del sistema delle autostrade. È giunta l'ora di un nuovo programma di ricostruzione nazionale. L'America ha speso circa sei trilioni di dollari nel Medio Oriente e tutto ciò proprio mentre le nostre infrastrutture, in patria, sono allo sfacelo. Con quei sei trilioni di dollari, avremmo potuto ricostruire il nostro Paese per due volte e, forse, addirittura per tre volte, se avessimo disposto di persone capaci di negoziare. Per lanciare la ricostruzione nazionale, chiederò al Congresso di approvare una legislazione in grado di produrre un investimento di un trilione di dollari in infrastrutture all'interno degli Stati Uniti, investimento finanziato da capitale pubblico e privato, con la creazione di milioni di nuovi posti di lavoro. Questo sforzo sarà guidato da due principi fondamentali: comprare prodotti americani e assumere personale americano. Stasera chiederò a questo Congresso anche di abrogare Obamacare e di sostituirlo con riforme che allarghino le scelte, aumentino l'accesso, abbassino i costi e, allo stesso tempo, forniscano un'assistenza sanitaria migliore. Costringere ogni cittadino americano ad acquistare un'assicurazione sanitaria approvata dal governo non è mai stata la soluzione giusta per l'America. Il sistema per rendere disponibile a tutti l'assicurazione sanitaria consiste nell'abbassare il costo dell'assicurazione sanitaria ed è proprio ciò che noi faremo. I premi di Obamacare in tutto il Paese sono cresciuti di due o tre zeri. Per esempio, in Arizona è salita del centosedici per cento nello scorso anno. Il governatore Matt Bevin del Kentucky ha appena detto che Obamacare sta rivelandosi un fallimento nel suo Stato: è insostenibile e sta crollando. Un terzo delle contee dispone di un solo assicuratore, cosa che non lascia la minima scelta a molti americani. Ricordate quando vi sentivate dire che avreste potuto mantenere il vostro medico e il vostro programma? Sappiamo che tutte quelle promesse sono state infrante. Obamacare sta andando a rotoli e noi dobbiamo prendere iniziative forti per proteggere tutti gli americani. L'azione non è una scelta: è una necessità. Pertanto, chiedo a tutti i democratici e i repubblicani del Congresso di lavorare con noi per salvare gli americani dall'implosione del disastro Obamacare. Ecco i principi che dovrebbero guidare il Congresso nell'azione volta a migliorare il sistema di assistenza sanitaria di tutti gli americani. Per prima cosa, dovremmo fare in modo che tutti gli americani affetti da condizioni mediche preesistenti abbiano accesso alla copertura e che ci sia una transizione stabile per gli americani attualmente all'interno del programma di assistenza. In secondo luogo, dovremmo aiutare gli americani ad acquistare una loro copertura personale attraverso l'uso di crediti fiscali e di conti correnti sanitari allargati: deve, però, trattarsi del piano assicurativo che vogliono, non di quello imposto su di loro dal governo. In terzo luogo, dovremmo dare ai nostri formidabili governatori le risorse e la flessibilità necessarie per Medicaid, per fare in modo che nessuno resti escluso. In quarto luogo, dovremmo implementare riforme legali volte a proteggere i pazienti e i dottori da costi non necessari che fanno lievitare il prezzo dell'assicurazione e operare per far scendere i prezzi alti e artificiosi dei farmaci e per farli scendere immediatamente. Per finire, è venuto il momento di dare agli americani la libertà di acquistare la loro assicurazione sanitaria senza limitazioni di confini di Stato, creando un mercato nazionale autenticamente competitivo che riduca i costi e fornisca un'assistenza migliore. In questa così come in molte altre cose, democratici e repubblicani dovrebbero mettersi insieme e unirsi per il bene del nostro Paese e per il bene del popolo americano. (...) Se davvero amiamo il nostro popolo, dobbiamo trovare un terreno comune, far crescere il bene comune e collaborare a beneficio di ogni bambino americano che merita un futuro migliore. L'istruzione è il tema dei diritti civili del nostro tempo. Chiedo ai membri di entrambi i partiti di approvare un progetto di legge sull'istruzione volto a finanziare la scelta della scuola per i giovani svantaggiati, tra cui milioni di bambini afroamericani e ispanici. Tali famiglie dovrebbero essere libere di scegliere tra scuola pubblica, privata, specialistica, religiosa, istruzione a domicilio: la scuola giusta per loro. (...) Ma, per spezzare il ciclo della povertà, dobbiamo pure spezzare il ciclo della violenza. Il tasso di omicidi ha totalizzato nel 2015 l'incremento più elevato mai ottenuto in un solo anno in quasi mezzo secolo. Lo scorso anno, a Chicago, oltre quattromila persone sono state uccise a colpi d'arma da fuoco e, fino a oggi, quest'anno il tasso di omicidi è stato ancor più alto. Nella nostra società non è un fatto accettabile. Ogni bambino americano dovrebbe essere nelle condizioni di crescere in una comunità sicura, di frequentare un'ottima scuola e di avere accesso a un posto di lavoro ben pagato. Ma, per creare questo futuro, dobbiamo lavorare con gli uomini e le donne delle forze di polizia, non contro di loro. (...) E dobbiamo sostenere le vittime del crimine. Ho ordinato al Dipartimento di sicurezza nazionale di creare un ufficio specifico per le vittime americane. (...) Per finire, per continuare a fare dell'America un posto sicuro dobbiamo fornire agli uomini e alle donne delle forze militari degli Stati Uniti gli strumenti di cui hanno bisogno per evitare delle guerre e, laddove fossero costretti, per combattere e vincere. Sto per inoltrare al Congresso un budget che ricostruisca l'apparato militare, che elimini le limitazioni sulle spese della difesa e che invochi uno dei più ampi incrementi nella spesa per la difesa nazionale della storia americana. (...) La nostra politica estera richiede un impegno diretto, forte e significativo nel mondo. È la leadership americana, che si fonda su vitali interessi alla sicurezza che noi condividiamo con i nostri alleati in tutto il mondo. Sosteniamo con forza la Nato, un'alleanza forgiata attraverso i legami creatisi nel corso di due conflitti mondiali che hanno detronizzato il fascismo e una Guerra fredda che ha sconfitto il comunismo. Ma i nostri partner devono rispettare i loro impegni economici. E ora, grazie alle nostre parole molto forti e franche, stanno iniziando a farlo. Ci aspettiamo che i nostri partner, in seno alla Nato oppure nel Medio Oriente o nel Pacifico, assumano un ruolo diretto e significativo nelle operazioni strategiche tanto quanto militari e contribuiscano alle spese in maniera equa. (...) Non è mio compito rappresentare il mondo. Mio compito è rappresentare gli Stati Uniti d'America. Ma noi sappiamo che l'America sta meglio quando c'è meno conflitto, non quando ce n'è di più. Dobbiamo imparare dagli errori del passato: (...) l'America è pronta a trovare nuovi amici e a forgiare nuove collaborazioni, laddove vi siano interessi condivisi. Vogliamo armonia e stabilità, non guerra e conflitto. Vogliamo la pace, laddove la si possa trovare. L'America oggi è amica di ex-nemici. Decenni fa, alcuni dei nostri alleati più stretti hanno combattuto per il fronte opposto in alcuni di questi conflitti mondiali. (...) Immaginate i prodigi a cui il nostro Paese potrebbe assistere nel duecentocinquantesimo anno dell'America. Pensate alle meraviglie che possiamo realizzare se, semplicemente, scateniamo i sogni della nostra gente. (...) Ma possiamo farcela soltanto insieme. Siamo un sol popolo, con un solo destino. Versiamo lo stesso sangue. Rendiamo omaggio alla stessa bandiera. E siamo stati fatti tutti dallo stesso Dio. E, una volta che avremo soddisfatto tale visione, quando avremo celebrato i nostri 250 anni di gloriosa libertà, ripenseremo a stasera, al momento in cui questo nuovo capitolo di grandezza americana si è aperto. (...) D'ora in avanti, l'America sarà animata dalle nostre aspirazioni, non appesantita dalle nostre paure; ispirata dal futuro, non frenata dai fallimenti del passato; e guidata dalla nostra visione, non accecata dai nostri dubbi. Chiedo a tutti i cittadini di abbracciare il rinnovamento dello spirito americano. Chiedo a tutti i membri del Congresso di sognare insieme a me cose grandi e audaci e ardite per il nostro Paese.
E chiedo a chiunque ci stia guardando in televisione di cogliere il momento e di credere in voi stessi. Di credere nel vostro futuro. E di credere, ancora una volta, nell'America. Grazie. Dio vi benedica e Dio benedica gli Stati Uniti.(Traduzione a cura di Seba Pezzani)
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