La meschinità dietro la goleada di Zeman

La meschinità dietro la goleada di Zeman

Piacerà molto la storia del Pescara che con Zeman vince per la prima volta sul campo in Serie A dopo 43 partite. E vince 5-0. Sembra tutto perfetto, no? L'allenatore che deve provare il miracolo di una salvezza impossibile. Ed è proprio lui: Zeman, che per un sacco di gente è simbolo di un calcio giusto e spettacolare. Arriva Mister Z e cambia tutto: la squadra che ne ha prese ovunque, stavolta le dà. Oggi vedrete quante parole a effetto. Qualcosa tipo la «cura Zeman», la «magia di Zeman», la «forza» di Zeman, lo «show» di Zeman.

Eppure questa storia è più triste che allegra, è più mediocre che esaltante. Perché questa squadra non è cambiata e Zeman è arrivato da tre giorni: neanche il più ottimista o il più in buona (o mala) fede può onestamente pensare che ci sia qualche merito suo in questo risultato. Anche lui stesso, nonostante non sia il più modesto e umile del mondo, l'ha ammesso. Allora la sensazione è brutta, è quella di una squadra che s'è svegliata dopo che c'è stato il cambio in panchina. E anche qui a pensarla in maniera buonista. Perché a pensar male verrebbe da dire che prima giocasse contro.

E allora questa vittoria è figlia del lavoro di Massimo Oddo che il Pescara l'ha portato in A l'anno scorso facendo un campionato di B stupendo e ha creduto nei suoi giocatori. Ieri si dev'essere sentito tradito, quantomeno. Il calcio non ha riconoscenza, d'accordo. Ma non dev'essere per forza vigliacco come appare certe volte.

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