La sua sentenza l'ha voluta. Nel senso che non ha mai chiesto il rito abbreviato né uno sconto di pena. Lui ai rom ha sparato, ma l'ha fatto per difendersi. Erano dei ladri, volevano portargli via tutti i suoi beni all'interno della sua ricicleria. Erano interessati al suo rame che con anni di lavoro aveva raccolto.
È rimasto immobile ad attendere il pronunciamento del giudice. In silenzio. Poi è arrivata la condanna. All'uscita dall'Aula era sconvolto, ma ha ribadito la sua scelta: sparerebbe ancora se due rom si presentassero di fronte a lui minacciosi.
"Mi hanno condannato - ha detto, intevistato dal Corriere - Questa è una mafia legalizzata: tutelano i ladri, mica gli onesti cittadini". E di certo non si aspettava una assoluzione: "Non ci speravo. L'avevo già detto che della giustizia mi fido poco. E non ci speravo perché cane non mangia cane, è sempre la solita storia".
Sul risarcimento di 135mila euro da dare è chiaro: "Con quali soldi lo pago? È una cifra che non possiedo assolutamente, non ho più nemmeno un lavoro". Infatti ha dovuto chiudere il suo deposito di ferrivecchi: "Sono senza un lavoro, disoccupato. E per colpa loro.
Mi hanno fatto chiudere l'attività: nove mesi di sequestro del deposito, un verbale per il materiale in giacenza e un presunto inquinamento...".Poi conclude. Sparerebbe di nuovo? "Sì. In fin dei conti non sono mica io quello che va a rubare in giro".
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