Oggi è il giorno dell'udienza del processo sui presunti affidi illeciti di Bibbiano, al termine della quale il principale indagato, lo psicoterapeuta Claudio Foti, fondatore del centro Hansel e Gretel, è stato condannato a 4 anni di reclusione. Il giudice per lui aveva chiesto 6 anni. In queste ore sono emersi nuovi dettagli sull'inchiesta Angeli e demoni, che tre anni fa ha portato alla luce quanto accadeva a Bibbiano. Il padre di uno dei bambini che, finalmente, sono tornati tutti alle famiglie di origine, ha raccontato parte del suo calvario all'Adnkronos: "Mi hanno portato via i miei due bambini più piccoli, che all'epoca avevano 3 anni e mezzo e 5 anni e mezzo, il 18 giugno 2018. Quel giorno mi convocarono presso la sede dei servizi sociali dove Federica Anghinolfi, ex responsabile dei servizi sociali della Val d'Enza (oggi tra gli imputati in aula per il processo sui presunti affidi illeciti del 'sistema Bibbiano', ndr) mi comunicò che da quel giorno non avrei potuto vedere i miei figli se non in forma protetta un'ora ogni 20 giorni".
L'incubo peggiore per ogni genitore si era materializzato per questo padre, che senza capire cosa stesse succedendo è piombato in un calvario lungo tre anni: "Rimasi basito da quell'affermazione mancando il contesto socio-economico disagiato, anzi tutt'altro, non essendoci violenza su minore, denuncia o maltrattamento. A quell'epoca ero separato, mia moglie si è accompagnata con una donna. La Anghinolfi, che era responsabile dei servizi sociali e anche del movimento Lgbt, pensò bene di accusarmi di omofobia e di togliermi i figli perché, mi disse, dovevo adeguarmi ad accettare le relazioni di genere". L'uomo ha spiegato che i "due bambini li collocarono così presso la mia ex moglie e la sua compagna, mentre il più grande 13enne è sempre rimasto con me, evidentemente meno propenso per l'età al plagio e alla manipolazione".
Il padre poi prosegue con la decisione, assunta un anno dopo, dal tribunale: "Il 18 giugno 2019, precisamente un anno più tardi, c'è stata l'udienza di divorzio e la palla è passata al tribunale ordinario dove fortunatamente ho avuto la possibilità di avere un contraddittorio. Il magistrato mi ha voluto credere, il 27 giugno ci sono stati gli arresti e i miei figli sono tornati a casa". Tutta questa vicenda, che ha causato una condizione di stress al genitore, ha avuto ripercussioni anche sui due bambini: "Sono stati molto traumatizzati, al piccolo di 5 anni e mezzo hanno attaccato la famosa 'macchina dei ricordi'. Gli davano la scossa per fargli dire cose non vere, quando diceva che voleva tornare a casa dal papà gli rispondevano che non li volevo, che preferivo il più grande rimasto con me, che la nonna non voleva né lui né il fratello".
Quindi conclude: "Il risultato è che mio figlio ha ancora ricominciato a farsela addosso. La sentenza di oggi magari ci darà giustizia, ma i traumi che questi bambini si portano addosso sono da valutare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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