Microcamera spiava le infermiere nude, fermati due tecnici

Ancora in corso le indagini a seguito delle denunce del personale ospedaliero di Empoli. Le infermiere sono ancora sotto choc

Microcamera spiava le infermiere nude, fermati due tecnici

"Ci sentiamo violentate", questo è stato il primo commento delle infermiere dell'ospedale di Empoli. La struttura sanitaria è da giorni sotto la lente degli inquirenti a causa di un episodio che ha indignato l'intera comunità.

La segnalazione e le indagini

A fine maggio i carabinieri della provincia di Firenze avevano avviato le indagini per scoprire chi avesse nascosto una microcamera all’interno di una doccia presente negli spogliatoi femminili utilizzata da dottoresse e infermiere dell'ospedale "San Giuseppe". La denuncia era scattata a seguito di una segnalazione da parte di un'infermiera, che si era accorta di un oggetto piccolo e nero dentro una fessura. Sfilato dal foro la donna si è subito resa conto che si trattava di una microcamera e per questo motivo si è recata immediatamente dai carabinieri.

A quel punto sono scattate le indagini. Il dispositivo, perfettamente funzionante e attivo, aveva ripreso almeno cento persone nella loro intimità. Inoltre la piccola telecamera era stata connessa a uno schermo collocato in una stanza confinante utilizzata dal personale di alcune aziende che hanno in affidamento appalti per servizi ospedalieri. Entrambi i locali, sia lo spogliatoio con le docce che la stanza con il monitor, sono situati al primo piano dell'ospedale, e sono facilmente raggiungibili. "Abbiamo paura, siamo turbate, non ci sentiamo sicure - avevano raccontato le infermiere - È stato un oltraggio al nostro corpo, ci siamo sentite violentate".

La svolta

Le indagini hanno permesso di stringere sempre più il cerchio attorno alle persone coinvolte. Oggi le forze dell'ordine fanno sapere che ci sono due indagati. Si tratta di tecnici che avevano accesso al locale adiacente allo spogliatoio e che durante alcuni lavori di ristrutturazione sarebbero riusciti a piazzare il dispositivo tra le piastrelle della doccia, facendo passare un cavo dal muro al monitor. Un lavoro astuto quanto ignobile. Ancora da capire se l'intero meccanismo filmava e basta o registrava anche le immagini.

Se così fosse si tratterebbe di centinaia di video in possesso di chissachì, anche se, come sottolinea il Corriere della sera, sarebbe bastato anche un semplice smartphone per filmare direattamente dal video. Gli inquirenti stanno ancora lavorando sul caso.

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