Migranti, Pantelleria dimenticata e in ginocchio: "Riflettori solo su Lampedusa..."

Sbarchi di migranti quasi quotidiani a Pantelleria, eppure nessuno sembra accorgersene. E sull'isola non è presente nemmeno un hotspot

Foto di repertorio
Foto di repertorio

"I riflettori sono sempre puntati su Lampedusa, ma...", comincia così lo sfogo di Alberto Lieggio, segretario generale provinciale Italia celere di Trapani. Quel "ma" si riferisce a un'altra isola siciliana di cui si sente parlare troppo poco, che come Lampedusa si trova sulla rotta dei migranti e dove, come nella più grande delle isole Pelagie, gli sbarchi di stranieri dal nord Africa sono quasi quotidiani. Pantelleria è la più grande tra le isole circumsiciliane, dista 110 km verso sud-est dalle coste della Sicilia e appena 65 verso nord-ovest da quelle tunisine, che spesso sono facilmente visibili a occhio nudo. Facile intuire come questo agevoli, e non poco, il viaggio delle carrette del mare verso l'isola siciliana.

Caos a Pantelleria

Dall'inizio dell'anno sono 1.374 i migranti che hanno toccato terra a Pantelleria, quasi tutti provenienti dalla Tunisia. L'ultimo, un gruppo di 54 tunisini, è sbarcato ieri. Nel 2021 sono stati 2.555 e nell'anno precedente 1.858. Eppure, di questi sbarchi, non si parla e anche al Viminale sembrano non accorgersi dell'emergenza vissuta su quest'isola. "Dal 2017 al 2021 il numero degli sbarcati sull'isola si è decuplicato, mentre il personale dell'ufficio immigrazione di Trapani ha subito una riduzione numerica", spiega il delegato sindacale.

Ma oltre alla carenza di organico nell'ufficio immigrazione di Trapani, nella gestione dei migranti che arrivano a Pantelleria c'è anche un altro problema. Nonostante i numeri importanti degli sbarchi annuali, l'isola non dispone di un hotspot per la prima accoglienza: "C'è la caserma Barone, dismessa dall'esercito, che viene utilizzata come centro di accoglienza ma è priva di controllo. La vigilanza è affidata a carabinieri e guardia di finanza presenti sull'isola, dove però il contingente conta poche unità. Quindi gli stranieri girano tutta l'isola". I risultati sono scontati: "In alcuni casi fanno anche danni, come piccoli furti e danneggiamenti".

La caserma Barone può ospitare al suo interno al massimo 28 persone e ieri, così come accade spesso, ne ospitava quasi il doppio. Alle 20 del 24 giugno erano 59 i migranti all'interno della struttura, dei quali 4 positivi al Covid. "È un'isoletta lasciata all'abbandono. Non c'è un centro d'accoglienza, non c'è personale delle forze dell'ordine che tutela i residenti e i turisti, ora che siamo in estate. A Pantelleria l'economia si basa su turismo e avere stranieri che commettono reati e sono comunque una fonte di disturbo non è un buon biglietto da visita", dice ancora Lieggio.

La situazione a Trapani

Il 24 giugno, 46 degli stranieri di Pantelleria sono stati trasferiti mediante traghetto di linea a Trapani, dove sono arrivati anche 10 migranti che, nella notte tra il 23 e il 24, sono sbarcati in modo autonomo a Marettimo, una delle isole dell'arcipelago delle Egadi. I migranti di Pantelleria trasferiti a Trapani sono sbarcati sull'isola tra il 18 e il 20 di giugno ma nel frattempo ne sono arrivati altrettanti sull'isola, che tengono alto il numero di occupanti della caserma Barone. "L'ufficio immigrazione di Trapani è sotto organico. Ogni tanto mandano 2-3 aggregati dalle questure vicine. Ora ci sono due aggregati da Palermo e due da Catania, che però non essendo del posto hanno una potenzialità ridotta a livello lavorativo", ci spiega il delegato sindacale.

Il Cpr di Trapani "in questo momento funziona a capienza ridotta con 36 posti, quando la capienza nominale è di 204 e questo non permette di trattenere la maggior parte degli sbarcati a Pantelleria o sulla costa trapanese". La sua funzionalità ridotta deriva dal fatto che il Cpr "è stato riaperto di corsa ad agosto 2021 in situazione emergenziale con un'assegnazione temporanea a una cooperativa e poi non è stata completata la procedura per l'assegnazione definitiva della sua gestione". Inoltre, lo stesso Cpr, è rimasto chiuso da febbraio 2020 ad agosto 2021 per ristrutturazione a causa degli incendi appiccati dagli stranieri che si trovavano lì trattenuti.

Il delegato sindacale spiega che gli stranieri trasferiti a Trapani, permangono per la durata delle procedure di fotosegnalamento all'interno della struttura del Cpr, "ammassati in stanzoni privi di sedute o materassi buttati a terra", oppure "sui pullman che li hanno trasportati dal porto al Cpr". Tuttavia, questo schema d'azione contravviene le direttive di legge, perché "per fare accesso all'interno di un Cpr nazionale, lo straniero dev'essere colpito da provvedimento amministrativo di respingimento/espulsione, o giudiziario di espulsione, e a tali provvedimenti deve seguirne uno di trattenimento emesso da un questore".

I 56 migranti giunti oggi a Trapani da Pantelleria e Marettimo verranno identificati al Cpr ma solo tre di questi verranno dirottati presso la struttura di

Potenza. A tutti gli altri, ci spiega il sindacalista, "verrà notificato l'ordine del questore a lasciare il territorio entro 7 giorni". Un ordine che, come sempre accade, non verrà rispettato.

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