L'Europa, ma soprattutto i premier e i ministri dell'Interno italiani dal 2014 a oggi - cioè dal governo Renzi in poi -, potrebbero dover rispondere al tribunale dell'Aja di crimini contro l'umanità.
Un gruppo di avvocati internazionali ha infatti deciso di presentare una denuncia contro l'Unione europea alla Corte penale internazionale dell'Aia per la gestione dell'immigrazione e in particolare per aver lasciato in mano alla Libia la riduzione del flusso migratorio dall'Africa. Secondo El Pais, i legali assicurano di essere in possesso di "prove che coinvolgono la Ue, i funzionari e i rappresentanti degli Stati membri" che dimostrerebbero la responsabilità europea come "parte di una politica premeditata per contenere i flussi migratori dall'Africa attraverso la rotta del Mediterraneo centrale dal 2014 a oggi".
Un esposto da 242 pagine in cui si sostiene che Bruxelles e i suoi rappresentanti "non hanno commesso personalmente i delitti, tuttavia erano a conoscenza della natura illegale e criminale degli atti e delle omissioni che possono costituire un crimine dinanzi alla giurisdizione della Corte Internazionale e dello Statuto di Roma". Tali violazioni sarebbero state "concepite, organizzate e favorite", pur conoscendone "le conseguenze letali". Il riferimento è alle azioni di contrasto all'immigrazione verso l'Italia messe in atto dalla Libia ma anche ai "14500 morti nel Mediterraneo" tra il 2014 e il 2017. A cui si aggiungono le oltre 40mila persone intercettate e trasferite con la forza nei centri detenzione libici.
"Tutte le nostre azioni si basano sul diritto europeo e internazionale", replica un portavoce della Commissione europea, "La nostra priorità è sempre stata e
continuerà ad essere quella di proteggere le vite e garantire una dignità per le persone sulle rotte migratorie. Il bilancio dell’Unione Europea nel salvare vite nel Mediterraneo parla da solo. Salvare vite umane è la priorità".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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