Migranti, sfida di De Magistris: firma una direttiva "anti" dl Salvini

Il sindaco di Napoli ha firmato una direttiva diretta all'Anagrafe comunale per procedere lo stesso, nonostante il dl Salvini, con l'inserimento anagrafico dei migranti

Migranti, sfida di De Magistris: firma una direttiva "anti" dl Salvini

Il colpo di mano lo mette a segno diversi giorni dopo il balzo in avanti del collega Leoluca Orlando contro il decreto Sicurezza. Luigi De Magistris ha inviato una direttiva agli uffici dell'Anagrafe di Napoli con l'ordine di "procedere con l'inserimento anagrafico dei cittadini migranti presenti sul territorio cittadino ed in possesso del permesso di soggiorno temporaneo per richiedenti asilo".

Ad annunciarlo alla cittadinanza, con una nota, sono l'Assessore ai diritti di cittadinanza Laura Marmorale e l'Assessore all'Anagrafe Monica Buonanno. Si tratta di un modo per provare ad aggirare, o meglio per contrastare, le nuove norme inserite dal decreto scritto da Salvini e trasmormato in legge dal Parlamento. Come noto, nel dl viene preclusa l'iscrizione all'anagrafe a quei richiedenti asilo cui non è stato ancora dato un verdetto sul permesso di soggiorno.

De Magistris, però, ha deciso di tirare dritto nonostante l'incontro di ieri tra il premier Conte e il presidente dell'Anci, Antonio Decaro. "Riteniamo che un simile provvedimento sia lesivo da un lato della dignità e dei diritti delle persone - dicono i due assessori - e rischioso dall'altro per gli enti locali che si propongono di mettere in campo tutte le procedure necessarie per promuovere politiche di inclusione sociale e di contrasto alla povertà estrema". Secondo l'amministrazione napoletana i migranti che in passato uscivano dal circuito dell'accoglienza finivano con "l'abitare le strade delle città (quelle più grandi in particolare), andando ad ingrossare ulteriormente le fila delle persone senza dimora la cui cura e presa in carico ricade prevalentemente sugli enti locali".

Per questo l'iscrizione all'anagrafe sarebbe necessaria per "inserire questi migranti nei circuiti di accoglienza anche a bassa soglia e di orientarli correttamente ai servizi di base, compresi quelli sanitari, per cui risulta necessaria la residenza,soprattutto per cure mediche specialistiche o per ricoveri dedicati".

In realtà, come non ha mancato più volte di ricordare Salvini, per i servizi sanitari non è necessaria l'iscrizione anagrafica. Ma solo la residenza. Non solo. I richiedenti asilo (che non saranno iscritti), otterranno tutto l'occorrente direttamente dal centro di accoglienza che li ospita. Chi non potrà accedervi, invece, sono coloro i quali non hanno ottenuto un permesso di soggiorno valido.

Eppure, secondo Laura Marmorale e Monica Buonanno il combinato disposti della trasformazione del sistema SPRAR e le modifiche all'iscrizione all'anagrafe produrrà "intere sacche di persone abbandonate,escluse, emarginate, aumentando, di fatto, anche la possibilità di conflitto sociale con la popolazione locale e, in ultimo, renderà praticamente impossibile, per le Commissioni territoriali, rintracciare i richiedenti asilo sui territori per comunicare le date delle audizioni o i loro esiti".

Resta però un problema. Diversi costituzionalisti e numerosi sindaci, anche di sinistra, avevano fatto notare già ad Orlando che un primo cittadino non può autonomamente disapplicare una legge dello Stato. Alcune regioni hanno fatto ricorso alla Consulta, dunque occorrerà attendere il responso della Corte Costituzionale. Nel frattempo il sindaco di Napoli che fa? Applica la legge? Macchè, "dà mandato all'Ufficio Anagrafe di non privare i cittadini stranieri richiedenti asilo posti al di fuori dei circuiti di accoglienza della possibilità di essere inseriti nell'elenco della popolazione temporanea previsto dall'art. 32 del d.p.r.

223/1989, quale minima misura di tutela dei diritti fondamentali ad essi facenti capo, indicando anche, come indirizzo di prossimità, la sede del Servizio comunale centrale di Contrasto alle Nuove Povertà per poter consentire di ricevere e inviare comunicazioni alle commissioni territoriali".

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