A Rimini, un tunisino di 50 anni ha minacciato di uccidere la figlia solo perchè colpevole di voler vivere come le sue coetanee ventenni. Colpevole di voler vivere all'occidentale.
All'ennesima feroce litigata con il padre, la giovane ha quindi chiesto aiuto alla polizia di Stato dopo che il padre aveva iniziato a picchiarla ed a minacciarla con un coltello.
Quando gli agenti sono giunti sul posto, si sono trovati di fronte un uomo violento completamente fuori di sè dalla rabbia.
Gli uomini del 113 sono stati quindi costretti a tenerlo con la forza. La ragazza, alla quale il padre aveva gridato con un coltello in mano "Te lo infilzerò nella pancia", ha finalmente avuto il coraggio dopo anni di soprusi e violenze di denunicare l'uomo.
Le forze dell'ordine hanno poi contattato prontamente l’associazione "Rompi il silenzio" dove ora la giovane ha trovato rifugio.
La giovane vittima, nata e cresciuta a Rimini, voleva vivere come tutte le sue compagne di scuola: uscire con gli amici, andare al cinema e qualche volta andare anche a ballare.
Ma sfortunamente gli scontri con il genitore erano diventati sempre più violenti. L'uomo, di religione musulmana, la seguiva ovunque, persino quando la figlia si recava in palestra. Il 50enne tunisino le aveva anche vietato di frequentare qualsiasi persona di sesso maschile, minacciandola, se avesse contravvenuto, di morte.
Il padre aveva iniziato recentemente a minacciare anche le amiche della ragazza, convinto che fossero colpevoli di aver fuorviato la giovane che
ora continua a studiare ed ha anche trovato un lavoro, grazie all'associazione che l'ha accolta.Il 50enne, al momento a piede libero con una denuncia per minacce, potrebbe a breve essere anche accusato di maltrattamenti.
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