Il nuovo piano per i migranti: custodi e assistenti a Pompei

Prima della firma del protocollo, due proteste all'esterno del Maschio Angioino. Da una parte la delegazione campana di 'Noi con Salvini', dall'altra i disoccupati del movimento '7 Novembre'

Il nuovo piano per i migranti: custodi e assistenti a Pompei

Una “riforma dell’accoglienza”. Questo l’obiettivo finale che si pone il Viminale con il protocollo d’intesa firmato ieri a Napoli, nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino, dal ministro Marco Minniti, dall’Anci, dalla Prefettura di Napoli e da 265 sindaci della Campania. Lo scopo che si prefigge l’accordo è quello di dare attuazione al Piano Anci-Ministero dell’Interno, diretto a superare l’approccio emergenziale dell’accoglienza attraverso i grandi cas - dove troppo spesso i richiedenti asilo risultano ‘parcheggiati’ - a favore di una accoglienza inclusiva garantita dagli sprar, strutture che incoraggiano maggiormente l’integrazione attraverso la formazione dei migranti e il loro coinvolgimento in percorsi di avviamento al lavoro. Secondo il riparto del Piano Anci – Ministero dell’Interno, alla Campania spettano 17.971 migranti e al 13 dicembre 2017 – comunica la prefettura di Napoli – sul territorio regionale sono accolti 16.810 migranti, in 402 cas (centri di accoglienza straordinaria), ma solo 1882 sono ospitati nelle 79 strutture sprar. La nuova accoglienza punta ad essere proporzionale e sostenibile. Ai sindaci viene affidato il compito di programmarla e, insieme alle prefetture, di monitorare il mantenimento delle condizioni di sicurezza e vivibilità dei centri urbani. A sostegno dei sindaci, la Prefettura di Napoli, predisporrà una task force che, tra l'altro, supporterà la pianificazione delle strutture e l'attivazione di percorsi di integrazione e di scambi interculturali.

In tale contesto, spiccano i progetti dei direttori generali del Parco Archeologico di Pompei e della Reggia di Caserta, rivolti all'impiego - volontario e gratuito - dei richiedenti asilo in attività di utilità sociale nell'ambito dei due complessi monumentali. Alcuni comuni campani già hanno avviato o stanno elaborando questo tipo di sperimentazione. Immigrati ospitati in due strutture presenti a Saviano, in provincia Napoli, operano nella cura degli spazi verdi, nella pulizia delle piazze, dei locali comunali e in lavori di manutenzione degli edifici pubblici: il protocollo di intesa era stato firmato lo scorso ottobre presso la prefettura di Napoli e i ragazzi da qualche settimana hanno iniziato a lavorare gratuitamente per il comune che li ospita. Un progetto teso all’integrazione, secondo gli ideatori e i sostenitori. Non condiviso dalla Lega Nord, che ieri ha manifestato in piazza il suo dissenso. Una delegazione campana di “Noi con Salvini” ha protestato all’esterno del Maschio Angioino: “Stop invasione, prima gli italiani”, “L’albergo agli immigrati, gli italiani sotto i ponti”, si leggeva su alcuni degli striscioni esposti. “30 milioni di euro per dare lavoro a 10mila immigrati in 265 Comuni della Campania. Con milioni di italiani senza casa e senza lavoro.Vergogna!!!!! Questo è razzismo contro gli italiani”, è stato il commento del segretario della Lega, Matteo Salvini.

Nel frattempo un altro gruppo di manistanti protestava dal lato opposto. Erano i disoccupati del movimento ‘7 Novembre’. Hanno calato due striscioni dai balconi del Palazzo Reale per chiedere: “No alla guerra tra poveri. Lavoro per tutti”. Poi si sono recati fuori al Maschio Angioino e hanno contestato i manifestanti della Lega. “Mentre gli sciacalli della politica fanno campagna elettorale soffiando sul fuoco della guerra tra poveri, i disoccupati in lotta da anni per un lavoro stabile e sicuro vengono chiusi dai cordoni di polizia, e tradotti in questura per identificazioni” hanno rivelato tramite i social.

Insomma, sullo stesso campo ma per una battaglia differente: “Ci vogliono far credere – hanno affermato i disoccupati - che il problema sia chi scappa da guerre e fame per alimentare la guerra tra poveri e la loro campagna elettorale. Noi sappiamo da che parte stare. Regione, Governo, Comune: soluzioni immediate contro la disoccupazione o per combattere la povertà. Lavoro o non lavoro, noi vogliamo campare”.

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