Sono morti, ma erano già guariti: contati come vittime del Covid

Il bollettino della protezione civile riguardo agli 11 decessi del Veneto parla chiaro: "Si tratta in gran parte di pazienti nel frattempo negativizzatisi, ma che su indicazione del ministero vanno registrati comunque come soggetti con infezione da Covid"

Sono morti, ma erano già guariti: contati come vittime del Covid

Aveva destato una certa apprensione il numero di decessi (11) per Covid-19 registrato in Veneto lo scorso mercoledì 26 agosto. A quanto pare, tuttavia, i dati riferiti ai cittadini necessitano di essere esaminati con particolare attenzione, dato che, come svelato da "La Verità", a finire nel conteggio delle morti per Coronavirus non sono soltato le vittime conclamate del morbo, ma anche le persone guarite o negativizzate.

Per fornire un quadro preciso della situazione, il quotidiano di Maurizio Belpietro riporta proprio il bollettino giornaliero in questione, dove si leggono delle informazioni che nelle ultime ore hanno scatenato una forte polemica, soprattutto sui social."L'alto numero di decessi, 11, registrati nel bollettino Covid della Regione Veneto comprende soggetti, quasi tutti anziani, morti sul territorio (non in ospedale) negli ultimi giorni, e conteggiati solo oggi", si legge infatti nel documento, che poi prosegue:"Si tratta in gran parte inoltre di pazienti contagiati dal virus nei mesi scorsi, nel frattempo negativizzatisi, ma che su indicazione del ministero della Sanità vanno registrati comunque come soggetti con infezione da Covid".

In molti, sul web, si stanno adesso lecitamente ponendo delle domande. Gli 11 cittadini morti in Veneto non si trovavano in ospedale, non erano pazienti affetti da una grave forma di Coronavirus, anzi, alcuni di loro si erano addirittura negativizzati. Perché inserirli nella conta, quando il decesso è avvenuto per altre cause? "Cioè, basta avere avuto il virus in passato, poi se muori è sempre colpa del virus?”, si domanda su Facebook un utente indignato, come riportato da "AffariItaliani". Pare che il ragionamento, almeno per quanto riguarda il bollettino in esame, sia proprio questo: siccome in passato avevano avuto il Coronavirus, le persone decedute devono essere aggiunte alla macabra conta che viene comunicata ogni sera insieme al numero dei positivi. E se un ex paziente Covid morisse tragicamente in un incidente stradale, anche in questo caso andrebbe a sommarsi alle morti per Sars-Cov-2? Questa è la domanda che si pongono in tanti.

"La Verità" ha quindi deciso di chiedere delle precisazioni direttamente all'Istituto superiore di sanità. L'ente ha risposto che il Covid-19"è una malattia ancora in fase di studio (...), non si conoscono bene le conseguenze a lungo termine di questo virus, ed i pazienti contagiati, seppur negativizzati, potrebbero morire dopo diverso tempo comunque per i danni causati dal Coronavirus". Inoltre,"non è certo che i pazienti risultati negativi al tampone abbiano poi totalmente debellato il virus. Il monitoraggio di chi è stato paziente Covid continua anche sul lungo periodo, perché il virus potrebbe fare danni a lungo termine". Questa, dunque, sarebbe la risposta.

L'Istat, aggiunge "La Verità", ha inviato al personale medico dei moduli in parte già compilati, per condurre degli studi epidemiologici."È importante riportare sempre l'informazione, confermata o sospetta, della presenza di Covid-19. Se si ritiene che il Covid-19 abbia causato direttamente il decesso, riportare questa condizione nella parte I, anche se non c'è una diagnosi confermata.

Riportare comunque la condizione indicando probabile o sospetta", si legge nelle indicazioni riportate sui modelli inviati ai medici. La sola "probabilità" basta a far pensare al Coronavirus, quando in realtà l'unico metodo inconfutabile per risalire alle reali cause del decesso resta l'esame autoptico.

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