Erano tutti duplici omicidi, compiuti tra il 1968 e il 1985, nelle campagne toscane. E a morire erano solo giovani coppie. Ma a distanza di anni, il caso non è ancora giunto a una conclusione. Né gli inquirenti sono riusciti a individuare il profilo del "mostro". O, più probabilmente, dei "mostri".
A lungo, si è cercato di dare un nome al mostro di Firenze. Che per molto tempo è stato identificato in Pietro Pacciani, che tutti chiamavano "Vampa". Poi l'attenzione si è spostata su Giancarlo Lotti, soprannominato "il katanga", e poi, ancora, su Mario Vanni. Ma, secondo quanto riportato da La Stampa, oggi l'inchiesta potrebbe percorrere una strada nuova. Grazie a un'ultima teoria, che coinvolge l'eversione nera e due nuovi indagati. Ma per decifrare tutti i passaggi della storia è necessario ricostruire quanto accaduto nel tempo. Pezzo per pezzo.
Il ritrovamento dell'ogiva
Circa tre anni fa, gli investigatori del Ros dei carabinieri avevano ritrovato, dentro a un cuscino nella tenda dove vennero uccisi Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, un'ogiva di una pistola calibro 22. Si è sempre sostenuto che l'arma del delitto fosse una Beretta modello 70, calibro 22, ma nessuno riuscì mai a trovarla.
La pistola nel fiume
Qualche tempo dopo, un paio d'anni fa, qualcuno ritrovò una pistola dello stesso tipo in un fiume nella zona della Calvana. E grazie a quel ritrovamento, si scoprì che quell'arma, ripescata in un rio, in canna aveva proiettili Calibro 22 Winchester, serie H. Lo stesso tipo di munizioni utilizzate per uccidere i ragazzi francesi. Della pistola, oggi, si conosce poco perché il percussore è stato limato. Il che significa che è stato modificato, modalità utilizzata dal responsabile per non farsi scoprire, probabilmente.
Il nuovo indagato
L'avvocato dei familiari delle vittime francesi, Vieri Adriani, è sempre stato convinto che esistesse un'altra pistola usata per gli omicidi. L'aveva individuata in una High Standard. L'arma ce l'aveva in casa Giampiero Vigilanti, un ex soldato della Legione Straniera, che oggi ha 88 anni. E che oggi è indagato perché sospettato di essere uno dei responsabili dei delitti di Firenze. Insieme a lui è stato indagato anche Francesco Caccamo, il suo ex medico curante (che, probabilmente, potrebbe aver coinvolto nella vicenda). Vent'anni fa, Vigilanti si fece fotografare con in mano quella pistola che, ora, però, è scomparsa. Gliel'avrebbero rubata nel 2013. Ma Adriani è arrabbiato e, forse, non crede a quella versione. Secondo quanto riportato da La Stampa il legale avrebbe detto: "Prima avevamo un'arma ma non un proiettile del mostro con cui confrontarla. Ora abbiamo il proiettile ma l'arma non c'è più. Guarda che caso".
La nuova teoria
Ma l'ultima ipotesi, appunto, è quella che lega i posti degli omicidi all'universo dell'eversione nera. Perché nella zona della Calvana, in quegli anni, c'era la banda dei sardi, specializzata nei sequestri di persona. C'erano i campi paramilitari del terrorismo nero e quei posti dove mettevano a segno attentati ferroviari.
Inoltre, le forze dell'ordine, setacciando il territorio, nel tempo, lì trovarono enormi quantitativi di armi. La nuova teoria è che gli autori dei delitti possano aver partecipato a quei campi di addestramento. Ammazzando le coppie, forse, in gruppo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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