Mourinho, Special giallorosso. Roma ora è Caput MOUndi

Daje Roma! José, che non è un pirla, ha trovato subito il varco per annunciare il suo ingresso

Mourinho, Special giallorosso. Roma ora è Caput MOUndi

Daje Roma! José, che non è un pirla, ha trovato subito il varco per annunciare il suo ingresso.

Poi ha aggiunto, ma ormai a Roma erano già storditi di gioia e suonavano le campane, che ringrazia tutti, convinto dalla grande passione dei tifosi giallorossi. Non vede l'ora di lavorare in questo grande club. Ai tempi lo mise nel gruppo del rumore dei nemici: «Nessuno parla della Roma che ha il centrocampo più forte d'Italia, e che mi piacerebbe allenare, ma finirà la stagione con zeru tituli».

Ma José è questo, dirà a Majoral che è il più forte centravanti della serie A e poi lo metterà in lista partenti e inizierà a farsi qualche nemico a caso, per José avere un bersaglio è fondamentale. Mediaticamente è il miglior acquisto sulla faccia della terra, il titolo Roma ha virato in alto più di quello della Juventus all'annuncio della Superlega. Mai una dichiarazione a vanvera, pochi giorni fa aveva anticipato tutto: «Sono pronto ad allenare anche una avversaria dell'Inter». Tre anni di contratto, vince tutto o finisce tutto entro Natale. A Madrid ha vinto poi si è separato, consensualmente, la sua carriera è piena di ha vinto e poi si è separato. Non sempre consensualmente. Voleva lo United, esonerato, peggio al Tottenham, allontanato all'immediata vigilia di una finale di Coppa di Lega. Dove è andato ha lasciato tracce indelebili, si racconta che Rafa Benitez girasse di notte per le stanze di Appiano a staccare dai muri i poster dove era ritratto e costrinse Christian Chivu a fare una smentita ufficiale per aver detto che ancora con lo Special si sentiva al telefono. Toglieva i quadri ma rimaneva l'ombra sul muro. Nemici un mazzo, anche anonimi, come quel tifoso che gli sputò in faccia e quell'altro che tentò di accoltellarlo all'aeroporto di La Coruna. In Premier ha dato il meglio quando è fuggito con il suo cagnolino fra le braccia, un bobby glielo voleva sequestrare perché non era stato vaccinato. A Wenger ha dato del voyeur, a Villanova ha infilato un dito in un occhio, per sbaglio, non voleva.

Qui non ha risparmiato nessuno, ha vinto tutto, ha dettato legge e ha sciorinato un italiano da Accademia. Ma ha regalato ore indimenticabili, sapeva farsi amare e come farlo in fretta. Prima tirava la sciabolata, poi quando l'impudente abbassava le orecchie lo prendeva sottobraccio e lo illudeva. Mai una indiscrezione, e se la faceva aveva sempre un secondo fine, stava a quello arrivarci. Moratti ne era infatuato e lo temeva, sapeva che prima o poi sarebbe finita, si augurava solo che quel giorno arrivasse il più lontano possibile. Adesso Tiago Pinto ha detto che è rimasto impressionato dalla sua voglia di vincere e che José costruirà le fondamenta di una nuova Roma. Non è lì per caso, ha già ricevuto ampie garanzie sul progetto, teste già decapitate e nomi nuovi, sicuro, ha sempre lavorato con top player, i tempi dei mercati milionari sono finiti ma farà finta di non saperlo.

Il Tottenham lo ha fatto fuori da un paio di settimane, un tempo più che necessario per programmare il ritorno in Italia, ha chiesto di non tampinarlo e ha imposto tregua, zero interviste, quando farà la prima conferenza, spettacolo, pienone, adesso non gli va, c'è il distanziamento sociale, ci vuole gente attorno per dare il botto. Per la Roma futuro inimmaginabile, tifosi, ancora non sapete cosa vi è entrato in casa, ma lo scoprirete in fretta.

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