Nanni, il regista dei soliti «golpe»

Perfetta. L'intervista rilasciata da Nanni Moretti a Mario Calabresi per il «Venerdì» di Repubblica è un manuale per capire cosa sia la sinistra. L'occasione sarebbe l'uscita del film documentario del regista romano: Santiago, Italia. Una ricostruzione del golpe «preventivo» contro il governo socialista di Salvador (...)

(...) Allende. Il presidente fu ucciso e salì al potere il generale Augusto Pinochet. Due diplomatici della ambasciata italiana si prodigarono per mettere in salvo chi rischiava di finire nelle mani dei soldati. Pinochet infatti non esitò a liquidare gli oppositori. Nanni Moretti ammette di essersi domandato come mai avesse realizzato il documentario. Poi l'illuminazione: «Finite le riprese, è diventato ministro dell'Interno Matteo Salvini e allora ho capito». Si stabilisce così un malizioso paragone tra Salvini e Pinochet. Decidete voi quanto sia sensato. L'esercito ha bombardato il Quirinale? L'opposizione è stata spazzata via con la violenza? Salvini ha assunto tutti i poteri e annullato le elezioni per i prossimi 15 anni? No. Ma non fa nulla. In realtà Nanni Moretti gira film anche per rilasciare interviste come questa, che lo mettono al centro dell'attenzione nella parte del guru politico. Sentiamo cosa dice il guru. In Italia, come in Cile, non c'è una memoria condivisa. Ma in Italia «fino a 25 anni fa c'era una memoria condivisa su antifascismo e resistenza». Silvio Berlusconi spazzò via tutto, portò l'irresponsabilità al potere e creò le condizioni per l'avvento di Matteo «Pinochet» Salvini. La sinistra, nel frattempo, ha continuato a occuparsi delle sue lotte interne dimenticando battaglie come lo Ius soli. Ma Nanni Moretti che film ha visto? In Italia non c'è mai stata una memoria condivisa su fascismo e resistenza. Semplicemente una parte dei cittadini, quelli che avevano perso la guerra, sconfitti dagli Alleati e non dai partigiani, non poteva parlare, pubblicare, girare film. Silvio Berlusconi sognava una rivoluzione liberale che non ci fu. A distruggere la politica, lasciando le macerie che hanno fatto la fortuna dei 5 Stelle, è stata la magistratura. «Con questi dirigenti non vinceremo mai» gridava Nanni mentre girava in tondo con i giacobini. Cos'erano quei girotondi se non l'anteprima del famigerato populismo di oggi? La sinistra ha divorato se stessa perché c'era sempre qualcuno più rosso, più onesto, più bravo di chi teneva le redini del partito. Moretti ha dato il suo decisivo contributo nella distruzione. Gridare al fascismo, al nuovo Duce, al pericolo Pinochet è roba da B-movie perché palesemente falsa. Gli italiani ispirano amarezza al regista: «In Italia è sempre colpa degli altri».

È falso in generale ma vero nel caso di Nanni Moretti, il grande accusatore, che scarica sempre le colpe sugli altri senza essere sfiorato, almeno una volta, dal dubbio di aver solleticato i peggiori istinti degli italiani e di aver scelto sempre la parte sbagliata.

Alessandro Gnocchi

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