Crollate due palazzine del complesso del dipartimento di Veterinaria dell’Università "Federico II" di Napoli. Parte di un edificio in disuso è crollato trascinando con sé anche parte dell’edificio limitrofo in uso, destinato al alcune attività di studio, frequentato da docenti e ricercatori. Il palazzo in uso era stato fatto evacuare in mattinata, dopo che erano state notate vistose crepe in quello disabitato, che su di esso poggiava. All’origine del crollo probabilmente una voragine nel sottosuolo, che si è aperta in piena notte. Sul posto - in via Santa Maria degli Angeli alle Croci alle spalle dell’orto botanico - sono intervenuti gli uomini della Protezione civile, i vigili del fuoco e la polizia municipale. Il tratto di strada compreso tra via Veterinaria e via del Pino è stata transennata e chiusa al traffico. Il crollo è avvenuto intorno alle 13.40, quando la zona era già stata messa in sicurezza, ma le prime avvisaglie sono arrivate già nel corso della notte. Evacuati due terranei e la bottega di un artigiano
Gli studenti attaccano il governo
"Ciò che è successo oggi nella nostra Università non dovrebbe per alcuna ragione mai accadere - tuona Mattia Papa, coordinatore dell’associazione studentesca Link Napoli -. Il diritto allo studio passa anche, e soprattutto, attraverso la garanzia di poter studiare e fare ricerca in edifici solidi e sicuri, senza dover per questo rischiare la vita. Chiediamo al Rettore una revisione di tutti gli stabili del nostro ateneo, per capire quali sono pericolanti e in che modo intervenire per metterli al sicuro". Questo fatto - ribadisce Domenico Cristiano, responsabile dell’organizzazione di Link Napoli - è paradigmatico dello stato di emergenza in cui versa l’università italiana. Il definanziamento e la marginalità con cui viene affrontato il tema della formazione porta anche a queste conseguenze. In particolar modo, il governo Renzi, continua a rafforzare gravemente la difficile situazione che l’edilizia universitaria sconta nel nostro Paese: la legge di Stabilità, all’art.
33, impone agli atenei la restituzione nelle casse dello Stato dei fondi destinati alla ristrutturazione e messa in sicurezza degli edifici che non siano stati completamente spesi entro il 2014, anche qualora gli atenei abbiano provveduto alla definizione degli interventi da realizzare. Inoltre - conclude - l’assenza di investimenti su piani di manutenzione urbana aggrava la difficile situazione idrogeologica di città come Napoli, che meriterebbero maggiore attenzione e più risorse".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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